News, Trezeguet: “L’Avvocato Agnelli voleva che fossimo sempre i più forti al mondo”

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David Trezeguet (getty images)
David Trezeguet (getty images)

NEWS JUVENTUS TREZEGUET / TORINO – L’ex attaccante della Juventus, David Trezeguet, intervistato all’interno della rubrica televisa. “La Tribù del calcio”, che verrà trasmessa venerdì alle 23.00, ha raccontato la sua lunga esperienza con la maglia bianconera. Ecco le sue parole anticipate da Tuttosport.com: “Arrivai alla Juventus a 22 anni e ricordo che firmai il contratto poco prima di giocare la finale dell’Europeo, guarda caso proprio contro l’Italia. Ero reduce da 5 anni al Monaco e feci il salto di qualità che avevo sempre sognato. Alla Juve trovai giocatori straordinari come Inzaghi, Del Piero, Davids, Montero: anche grandi uomini, come avrei scoperto nel tempo. Ed ebbi la fortuna di ricevere consigli da campioni francesi che giocavano, o avevano giocato, per la Juventus: Deschamps, Zidane, Platini. Fu un’esperienza straordinaria, fin dal primo ritiro a Chatillon, con lo stadio sempre pieno di tifosi. Ogni giorno che passava, crescevo. La gioia e il dolore più grandi? Non ho dubbi: la gioia è lo Scudetto del 2001/2002 quello del 5 maggio, con l’Inter che si fa battere a sorpresa in casa della Lazio e noi che vinciamo a Udine e scavalchiamo i nerazzurri all’ultima giornata. Per me fu il primo Scudetto, inoltre la Juve non vinceva da tempo: fu molto bello. Il dolore più tremendo, invece, fu perdere la finale di Champions a Manchester l’anno dopo. Noi eravamo fortissimi, avevamo vinto un altro Scudetto e incontravamo il Milan che invece in campionato aveva fatto male. Ci sentivamo superiori, ma andò così: la partita non fu bella, la perdemmo ai rigori. Sono passati gli anni, ma questo resta il rammarico più grande di tutta la mia vita. Un ricordo con la maglia della Juve? In generale, dell’esperienza in bianconero, ricordo l’Avvocato Agnelli non si stancava mai di ripeterci che voleva che la Juventus fosse la squadra migliore del mondo. Forse non avremo mai incantato come gioco, ma come voglia di vincere non c’era nessuno come la Juve”.