Moggi tuona: “Juventus e ‘ndrangheta, è tutto un complotto”

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Andrea Agnelli (Getty Images)

“Attaccare Andrea Agnelli significa attaccare il calcio italiano senza motivo”. E’ questo il riassunto dell’intervento di Luciano Moggi a ‘Libero’. L’ex dg della Juventus parla di un malcostume tutto italiano nel prendersela con il più forte e denuncia un nuovo complotto ai danni del club pluricampione d’Italia: “Quando uno è il migliore di tutti dà anche fastidio. Undici anni fa non c’erano più i compianti Gianni ed Umberto Agnelli ed anche il presidente Chiusano. C’era una grossa eredità da dividere ed il momento era molto difficile. Era la condizione ideale per scagliarsi contro la Juve”. Moggi sottolinea però la diversità delle situazioni tra oggi ed allora: “Nel 2006 c’ero anche io e mi vollero incastrare, ma con l’Avvocato e suo fratello ancora in vita certe cose non sarebbero successe. In tanti sanno una verità che è difficile da spiegare, ma pensate che invece di difenderci, il legale difensore della Juventus chiese la retrocessione in Lega Pro. Oggi c’è L’Antimafia che se la prende con Agnelli per chissà cosa.

Juventus, un nome che dà fastidio

Per Moggi “la verità è che il nome della Juventus fa rumore e quindi quando in una inchiesta può essere incluso è ovvio che si parta da lì. Invece di condurre una indagine nel modo corretto si pensa a creare ad hoc delle cose che non esistono, a danno del soggetto più importante. Si fa questo per i media, per creare un tritacarne in cui gettare chi è innocente, perché facendo ciò si glorifica e si giustifica il proprio lavoro in maniera indebita”. Segue poi un retroscena importante da parte dello stesso Moggi: “L’anno scorso per tre partite a fianco della panchina del Napoli ha stazionato un soggetto definito ‘pericolosissimo’, ma la Bindi all’Antimafia non ha fatto nulla. Ed in tutto questo Andrea Agnelli è colpevole solo di aver agito troppo bene, riportando la Juventus più in alto di tutti ed avvalendosi del lavoro di grandi professionisti come Paratici e Marotta. La ‘ndrangheta e la Juventus, una storia che non esiste! Chi opera nel mondo del calcio deve avere a che fare con migliaia di persone, non è possibile controllare la fedina penale di tutte. Forse Andrea Agnelli avrà sottovalutato questo aspetto, ma di certo è innocente”.