Lazio, Lotito: ”13 milioni di ricavi dallo Juventus Stadium? E’ poco…”

0
339
Juventus Stadium (getty images)

 

LOTITO LAZIO JUVENTUS STADIUM – Il Presidente della Lazio Claudio Lotito, in un’intervista al Corriere dello Sport, ribadisce il suo no allo Juventus Stadium come modello da seguire per le altre società. Ecco le sue parole: ”Cosa serve per sbloccare la situazione dello stadio? La legge. Senza non fai niente. L’Udinese fa uno stadio dal costo di 25 milioni, ma non è un valore aggiunto. Lo Juventus Stadium ha portato 13 milioni di introiti alla società. E’ poco. Se vuoi fare una cosa, devi farla bene e devi darle vita propria. Enrico Letta ha dichiarato che devono fare gli stadi in periferia. In città non si può, guardate cosa è stato l’Olimpico per il derby tra viabilità e sicurezza. Non serve una cattedrale nel deserto, devi avere un’attività continuativa di ricavo. L’impianto deve essere aperto h24, devi vivere sulla spesa quotidiana della persona. Contribuisce alle sorti del club, è parte attiva. E azzera la violenza. Il tifoso la sente come casa sua, la rispetta. Uno stadio così ti porta 70-80-90 milioni di ricavi più quelli che hai. Ma in Italia c’è il famoso potere di veto. Non voglio fare speculazioni”. Lotito poi spiega perchè la sua squadra non può lottare per lo scudetto, cos’ come stanno le cose adesso: ”Le prime tre fatturano 230-260 milioni, noi 85. In teoria non ci dovrebbe esssere possibilità. Io dico: attraverso un sistema diverso di calcio, dove prevalgono programmazione, merito, sacrificio, rispetto e mentalità, la Lazio può fare molto bene. Tra molto bene e massimo bisogna vedere sul campo cosa succede. Nove anni fa la Lazio aveva 84 milioni di ricavi e 86 di perdita d’esercizio, più 550 milioni di debiti. Poi guardiamo come è andata in questo campionato. Nei confronti diretti con la Juve, con il Milan, con l’Inter la Lazio ha giocato alla pari. Nel dare-avere, il bilancio è sempre stato a favore nostro. Se riusciremo a creare uno stadio di proprietà, con la mia filosofia, avremo un accrescimento sostanziale. In quelle condizioni potremmo dire la nostra in Italia e in Europa”.

Marco Orrù