Real-Juventus, Buffon torna sulle dichiarazioni del Bernabeu: “Ridirei tutto”

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Buffon Real-Juve
Allegri e Buffon @ Getty Images

Gianluigi Buffon, intervista dal programma televisivo “Le Iene”, è tornato a parlare delle sue esternazioni dopo la sconfitta cocente del Bernabeu. 

Senza rimpianti. Gigi Buffon, capitano della Juventus, è intervenuto ai microfoni de “Le Iene” per chiarire le sue dichiarazioni nel post-partita del Bernabeu: “Seppur esternandoli in maniera eccessiva, erano pensieri che avevano una logica, che ridirei, magari con un linguaggio più civile. L’arbitro Oliver è un ragazzo che si è trovato in una situazione troppo complessa, troppo ingarbugliata e troppo grande. Datemi la legittimità di difendere in quel modo esasperato e passionale i miei compagni e i cinquemila venuti a sostenerci. Era dovuto, a costo di macchiare la mia immagine”.

Poi il capitano bianconero ha aggiunto: “Io non devo rimediare perché io sono un essere umano che mette passione, sentimenti, arrabbiature… trovo modi di parlare, giusti o sbagliati che siano, alcune volte eccessivi, ma sono questo, sono Gigi Buffon. L’altra sera era finita la partita da un’ora e mezza. Di conseguenza quello che uno esterna sono sentimenti, sono pensieri forti. Per certi aspetti ineducati, ma sono i sentimenti di un uomo che non si trincera dietro a un velo di ipocrisia e butta fuori quello che le viscere gli dicono e punto”.

Real-Juventus, Buffon svela tutta la verità sull’arbitro Oliver

Gianluigi Buffon video espulsione
Gianluigi Buffon © Getty Images

Il capitano bianconero, poi, si è soffermato in particolar modo della decisione dell’arbitro inglese Oliver: “Anche se esternando in maniera eccessiva, l’altra sera ho detto quello che pensavo, non doveva fischiare. Un arbitro con più esperienza non avrebbe fischiato, ergendosi a protagonista di una partita. Avrebbe lasciato correre, si sarebbe girato dall’altra parte, e lasciato che le squadre se la giocassero ai supplementari. E lasciare che fosse il campo a parlare. Secondo me viene mandato un arbitro troppo giovane ad arbitrare una partita importante… giovane ma già consolidato, già forte, che aveva già dimostrato il proprio valore, ma è una partita nel quale il risultato sembrava secondario. E poi l’imponderabilità, la bellezza del calcio, fa sì che purtroppo è un ragazzo che si è trovato in una situazione troppo complessa, troppo ingarbugliata e troppo grande”.