Ronaldo contro le polemiche, Juventus: “tutti sperano che sbagli”

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Cristiano Ronaldo è sempre sulla cresta dell’onda, ogni cosa, in campo e non solo, fa parlare di se. Sembra che la sfida a distanza con Messi non finisca mai, ma CR7 dimostra di avere la giusta capacità nel gestire il tutto, questo grazie ad anni di esperienza e allenamenti, soprattutto mentali.

Ronaldo tuona contro le polemiche: “tutti sperano che io sbagli”

Cristiano Ronaldo

Cristiano parla anche delle motivazioni: «Vedo il calcio come una missione: andare sul campo, vincere, migliorarmi. Quei momenti in cui sono andato sul campo a pensare “Sto per dribblare!”… Sono onesto: quei momenti che non ho più. C’è una pressione aggiuntiva. Le persone giudicano sempre: “È già finita. Lui ha 33, 34 o 35 anni, dovrebbe lasciare”. E vuoi sorprendere le persone. Non credo la gente mi reputi un robot, ma che mi vedano come una persona che non può mai avere un problema, non può mai essere triste, non può mai avere preoccupazioni. Le persone si identificano senza problemi col successo, col denaro. Come puoi essere triste o avere una rovina se hai i milioni? Devi capire che le persone non pensano come te, non hanno vissuto certi momenti, non hanno una cultura superiore a quella che gli è consentita. Ma lo capisco. So che la gente è con un fucile in attesa che Cris sbagli un rigore o fallisca in una partita cruciale. Ma fa parte della vita e devo essere preparato. Sono stato preparato per molti anni».

Sulle pressioni: «Non so quando mi sono abituato, ma è vero che ho sentito delle pressioni sin dalla tenera età. Quando sono arrivato a Madrid, ero il giocatore più costoso della storia. A Manchester, dopo aver vinto il mio primo pallone d’oro all’età di 23 anni, la gente stava già pensando: “Guarda, questo deve essere al top”. Negli ultimi dieci, dodici anni, ho sempre avuto quella pressione in più. La prima cosa che faccio quando approdo in nuovo club è essere me stesso, niente più. La mia etica del lavoro è sempre la stessa. Se un imprenditore arriva e inizia a fare il giro del mondo, la gente non lo vedrà come un leader. Dirà: “Questo è il mio capo, ma non mi tratta bene”. Devi essere umile, imparare che non sai tutto. Se sei intelligente, ottieni piccole cose che ti rendono migliore come atleta. Alla Juve mi sono adattato perfettamente. Hanno visto che non sono un vendifumo. È Cristiano ed è ciò che è perché si prende cura di se stesso. Una cosa è parlare e un’altra è fare. Perché ho vinto cinque palle d’oro e cinque Champions?».