Paolo Condò, giornalista di Repubblica parla della Juventus e dell’infortunio di Paulo Dybala che inevitabilmente condizionerà Max Allegri.
Il giornalista di Repubblica, Paolo Condò, ha parlato questa mattina della Vecchia Signora e del particolare momento che sta attraversando. «A proposito di Juventus, quella griffata Paulo Dybala è durata 22 minuti, quanto il muscolo della sua coscia. In quel primo quarto di gara è andata avanti 1-0 mancando due limpide chance per il raddoppio e cominciando a incassare i dividendi promessi da Locatelli, ordinato e creativo come dimostrano l’assist per lo stesso Paulo e, nella ripresa, l’arcobaleno per Chiesa col quale ha avviato l’azione del 3-1, da lui stesso firmata in calce. In quei 22 minuti, agevolata da un’opposizione assai tenera, la Juve se n’è potuta fregare di concetti a lei distanti come possesso palla o altezza del baricentro perché appena aveva il pallone era veloce. Era anche cattiva e pericolosa. Una volta uscito l’argentino, una coltre d’incertezza ha avviluppato la squadra».
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Condò e l’assenza di Dybala
«il gioco logico e verticale del primo periodo è diventato una successione di giocate individuali di alterna fortuna – continua Condò -. In questo quadro la Samp si è inserita pur senza dare l’impressione di crederci. Ha segnato due gol, il secondo a una difesa schierata a tre, sinceramente tanto per l’estro crepuscolare di Quagliarella. Le reti subite non sono costate punti al bilancio di Allegri, ma al suo orgoglio sì perché il totale è salito a 10, un dato per lui inconcepibile. Nel 2015 dell’avvio terribile, dopo sei partite la Juve aveva tre punti in meno rispetto a oggi ma di reti ne aveva prese solo 7. Se si considera che Allegri ha regolarmente vinto i suoi scudetti (uno col Milan e cinque con la Juve) esibendo la miglior difesa, il vero problema da risolvere è evidente». In più senza Dybala è dura…