Superlega, c’è chi sta con la Juventus: “Sentenza contraddittoria: ecco perché”

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Superlega, l’esperto di diritto sportivo ha commentato la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea.

Superlega contro Uefa, nessuna tregua. Nella giornata odierna, nel frattempo, è andata in scena una nuova puntata di quella che è ormai diventata una battaglia legale senza esclusione di colpi. E che, a quanto pare, è destinata a continuare.

Superlega, c’è chi sta con la Juventus: “Sentenza contraddittoria: ecco perché”
©️Ansafoto

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha dato un primo parere favorevole al massimo organismo calcistico continentale, accusato di abuso di posizione dominante sul mercato di controllo delle competizioni calcistiche. In parole povere, di aver commesso una violazione del diritto di concorrenza europeo. Secondo ciò che dice questa prima sentenza, insomma, non esiste alcuna norma che impedisca a Fifa e Uefa di minacciare sanzioni nei confronti dei loro club affiliati, nel caso in cui questi dovessero istituire una nuova competizione, com’era avvenuto nell’aprile 2021 con l’avvio del progetto Superlega.

Superlega, Cascella: “Il procuratore riconosce che ci siano delle violazioni”

Sentenza che, tuttavia, sembra non aver convinto pienamente l’avvocato Angelo Cascella, ex membro del Tas ed esperto di diritto sportivo, intervenuto oggi ai microfoni di Calciomercato.it nella trasmissione Tvplay in onda su Twitch.

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Agnelli @Lapresse

A mio avviso pur nel ritenere conforme le norme di diritto, lo stesso procuratore nel frattempo all’interno del suo parere riconosce che ci siano delle violazione delle norme dell’Unione Europea, in particolar modo che ci sia questa posizione dominante. Ed allo stesso tempo parla di violazione delle norme ma la giustifica con la specificità dello sport”, ha spiegato Cascella.

Da sempre la Uefa ha cercato di parlare di specificità dello sport – prosegue Cascella – per avere un trattamento favorevole. I meno giovani ricorderanno che c’è stata nel 1995 la Corte di giustizia che aveva emanato la sentenza Bosman. Grazie alla quale poi si era riconosciuto che quel principio che vigeva della libera circolazione dei lavoratori era applicabile anche allo sport. Di conseguenza c’è stato un assoggettamento naturale delle norme di diritto sportivo a quelle che erano le norme di diritto internazionale. Parlare ora di specificità dello sport per giustificare questa disapplicazione non mi pare corretto“.

E in futuro cosa succederà? Secondo l’avvocato Cascella “ci dovrebbe essere in primavera la pronuncia della Corte di Giustizia non vincolata al parere dell’avvocatura generale della corte stessa. Se poi da li la querelle cesserà o si inasprirà, io penso che lo scontro sia cruento e che alla fine ci debba essere un vincitore”.