Napoli-Juventus, umiliazione totale. Bianconeri come Agnelli: dimissionari

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Napoli-Juventus, l’umiliazione è totale. Il peggio saluto ad Agnelli: una partita che mai c’è stata. Allegri e le sue colpe. Noi la pensiamo così. 

Partiamo da un fatto: non c’è mai stata partita. Le prime avvisaglie sono arrivate subito, all’alba, quando un Napoli assatanato dopo un paio di minuti per prendere le misure del campo ha deciso di piantare le tende. E non stiamo qui a parlare degli episodi – la traversa di Di Maria, la zuccata di Milik, la parata di Meret – che forse avrebbero potuto dare un senso diverso alla partita. Ma c’è mai stata partita? La domanda che dobbiamo farci questa sera è solamente questa.

Allegri ©️LaPresse

E noi una risposta ce l’abbiamo. No, non c’è mai stata partita. Per mentalità in primis. Sotto l’aspetto tattico dopo. E per l’atteggiamento in fondo. Una squadra, quella azzurra, feroce in ogni zona del campo. Una Juve dimissionaria come Agnelli. Ah, che bel modo per salutare l’ultima del presidente che dal 18 verrà ufficialmente sostituito da Ferrero.

Napoli-Juventus, la speranza “Dazn”

In alcuni istanti gli juventini speravano che Dazn potesse avere dei problemi per non vedere quello che stava succedendo al Maradona. Surclassati, in tutto e per tutto. Ora, Allegri è stato sicuramente l’artefice delle otto vittorie di fila, di corto muso, come piace a lui. Ma Spalletti gli ha fatto capire che non basta quando incontri una squadra come la sua: non si può sempre difendere e non si possono sbagliare le scelte all’inizio. Sì, perché in una partita come questa non puoi lanciare Chiesa dal primo minuto snaturandolo: o lo fai giocare dove può darti qualcosa, o lo fai stare in panchina. Non puoi chiedergli, alla prima da titolare dopo più di un anno, di fare avanti e indietro e soprattutto cercare di coprire sul quel georgiano dal nome che non staremo qui a scrivere che è stato devastante.

Osimhen ©️LaPresse

E poi non puoi mandare in campo un McKennie che mai in questa stagione ha giocato bene. Che ha la testa al mercato e che non ha nemmeno più quei capelli colorati che facevano tanto stile. Adesso, l’americano, ha perso anche quel tocco di classe che forse avrebbero giustificato – per gli amanti del genere – la sua presenza in campo. Così non ha senso. A parte gli scherzi anche i tifosi alla fine del primo tempo se ne sono accorti che non era cosa. Solo Massimiliano da Livorno ha deciso di lasciarlo in campo. Scelte, è pagato per questo. Ed è giusto osannarlo quando vince, ed è giusto massacrarlo quando perde, in questo modo, una partita così cruciale.

Napoli-Juventus, una serata maledetta

Ma come ripartire dopo una legnata del genere? Boh, non c’è una scienza adatta. La Juventus in questa stagione ha fatto capire di saperlo fare, perché questa serata è simile a quella di Haifa contro il Maccabi. Non la stessa nel risultato, ma uguale per come è arrivata la sconfitta. Senza lotta. Quella un poco stasera c’è stata, ma poca cosa. Episodi. Qualche scarica qua e là e niente di più. Troppo poco per sognare lo scudetto.

Bremer e Locatelli ©️LaPresse

Bene, infine, i meriti del Napoli. Perché il Napoli di meriti ne ha tantissimi. E torna a +10. Com’è giusto che sia. Qualcuno pensa che non merita, la squadra di Spalletti, questo vantaggio in classifica? Crediamo di no.

Adesso, però, è il tempo solamente di pensare a ripartire. Già dalla Coppa Italia, poi al campionato. E cercare di tornare con i piedi per terra perché tutti ci siamo fatti dei pensieri strani in questi ultimi mesi. Pensieri che non coincidono con quello che è il vero valore di questa squadra. Beh, forse più che squadra un’accozzaglia di uomini messi lì a correre dietro un pallone. Con poche idee davanti, e che appena perde qualche certezza dietro prende cinque gol. Male Max. Malissimo. Ma non sei tu l’unico colpevole.