HIGUAIN JUVENTUS – Gonzalo Higuain ha concesso una lunghissima intervista a Tuttosport dove ha parlato di tanti temi inerenti alla Juventus. Vediamo alcuni passaggi della sua intervista:
SULLA JUVENTUS: ‘’Io sono arrivato qui per festeggiare tante Coppe. La Juve è nata per vincere, lo dice la sua storia. Qui è l’unica cosa che conta e ti preparano per quello, ti trasformano in una macchina da guerra. La Juventus lo dimostra da anni, vincendo scudetti con 3-4 giornate d’anticipo. Quello vuol dire qualcosa. A me ha colpito il modo di allenarsi e la fame che continuano ad avere giocatori che hanno vinto 5 scudetti di fila. Non è facile mantenere la voglia quando trionfi tanto, qui invece sono tutti motivatissimi. E quando vedi gente così, ti viene ancora più voglia di lottare per gli obiettivi. In allenamento hanno tutti una fame e una cattiveria incredibili. Allenarsi con Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli e gli altri difensori è ogni giorno una bella prova: confrontarsi con i più forti ti migliora’’.
SULLA CHAMPIONS LEAGUE: ‘’Il Porto è una squadra che conosco, l’ho affrontata in Europa League con il Napoli e diverse volte in amichevole. Sono tosti, non sarà per nulla facile. Dipenderà da noi e dall’approccio che avremo. Sarà dura. Adesso iniziano gli ottavi, la parte vera della Champions. Noi dovremo stare tranquilli e pensare che è una competizione che la Juve sta cercando. Speriamo che sia l’anno buono. Per arriva in fondo in questa competizione ci vuole l’approccio giusto, mentalità e un pizzico di fortuna. E ovviamente voglia di vincere, fame’’.
SU DYBALA: ‘’E’ giovanissimo, ha 23 anni. Dipende da lui, dalla società. Comunque sì, è da Juve! Paulo deve stare tranquillo. Il suo unico pensiero deve essere quello di lavorare per diventare un campione e restare a lungo ad alti livelli. Ha la qualità per farlo, ma si deve mantenere alla grande. Ce la farà, sono sicuro. Migliorerà ancora di più: può diventare tanta roba, un giocatore fortissimo. Ha la qualità e la testa. Ma quando sei giovane a volte diventa dura, è accaduto anche a me a Madrid. La cosa importante è restare equilibrati. Paulo è un giocatore che deve stare in contatto con il pallone tutta la partita. Se non succede, si innervosisce, non è a suo agio. Io, invece, posso tenerla di meno la palla. Il tempo del gol… Diciamo che mi innervosisco di meno anche perché so che a lui piace avere sempre il pallone. Come giocatore non lo scopriamo ora. E diventerà ancora più forte’’.
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