Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ammorbidisce i toni e concede diverese aperture al mondo del calcio: «Ok atleti a casa se non si hanno strutture».
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I problemi sollevati dai club (ritiri, responsabilità dei medici) potrebbero aver già trovato soluzione. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, si è ammorbidito di colpo e tende una mano al calcio. «Se non ci sono le condizioni (leggasi strutture, ndr), le società non autoisolino le loro squadre. I giocatori tornino a casa. Per noi va bene, purché rispettino sempre le regole di distanziamento». La questione più impellente riguarda però la quarantena. «Dobbiamo valutare l’evoluzione della situazione nei prossimi 10 giorni, quelli successivi alla vera riapertura. Se la curva dei contagi ce lo consentirà, massima disponibilità a rivedere in maniera meno stringente anche questa regola. Da parte nostra, nessuno ostruzionismo» aggiunge Spadafora. Ultimo punto trattato quello relativo ai medici. C’è un no convinto ad accollarsi le responsabilità dirette. «L’Inail ha già chiarito con una sua circolare, peraltro valida non solo per i medici ma anche per altri settori, che c’è responsabilità solo in caso di dolo o colpa grave»
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