Suona l’allarme per Jannik Sinner, ecco che cosa succede dopo Wimbledon: preoccupazione per il numero uno al mondo
Inutile negare che si sperava in un Jannik Sinner in grado di arrivare in fondo a Wimbledon e magari vincerlo. Le cose però sono andate diversamente. L’avventura sull’erba londinese dell’altoatesino si è conclusa ai quarti di finale, con una bruciante sconfitta contro Daniil Medvedev, che si è preso la rivincita dopo le recenti batoste incassate nei confronti diretti con l’azzurro.
Un ko arrivato in maniera rocambolesca, con le condizioni fisiche precarie a condizionare il rendimento di Jannik. Che addirittura ha rischiato di ritirarsi nel terzo set per il malessere che avvertiva, salvo rimanere stoicamente in campo e addirittura portare la sfida al quinto set, dove però il russo ha avuto la meglio.
La sconfitta non fa particolarmente male a livello di classifica, visto che Sinner manterrà la vetta del ranking ATP anche dovesse trionfare a Wimbledon uno tra Djokovic e Alcaraz. Ma ci sono diversi interrogativi da sciogliere. Il primo riguarda le condizioni di Sinner nell’immediato, in vista delle Olimpiadi, dato che si è optato per saltare il torneo di Bastad che avrebbe dovuto fare da preparazione all’appuntamento parigino. L’altro, riguarda i discorsi in prospettiva, con un dato che non fa stare tranquilli.
E’ arrivata con Medvedev, come dicevamo, una sconfitta al quinto set, tra tanti rimpianti, in particolar modo sul set point avuto nel terzo parziale che era stato clamorosamente rimesso in piedi. Non è la prima volta, purtroppo, che Sinner finisce col perdere una ‘maratona’ tennistica.
Inoltre, nonostante i grandi progressi maturati sulla lunga durata, come testimoniato dalla vittoria ottenuta in rimonta agli Australian Open proprio contro Medvedev, Sinner appare avere un problema nei match che superano le quattro ore. Ne ha sostenuti sei in carriera e finora li ha persi tutti.
E’ accaduto per la precisione: contro Altmaier al Roland Garros dello scorso anno (5 ore e 26 minuti), contro Alcaraz agli Us Open 2022 (5 ore e 15), contro Zverev agli Us Open 2023 (4 ore e 41), contro Alcaraz in semifinale al Roland Garros un mese fa (4 ore e 9 minuti), contro Medvedev qualche giorno fa (4 ore nette), contro Tsitsipas agli Australian Open 2023 (4 ore nette). Un dato su cui lavorare, senza dubbio.
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