Italia-Germania: quello che nessuno avrà il coraggio di dire…

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Italia ©Getty Images

EURO 2016 ITALIA GERMANIA – Nessuno qui vuole criticare la spedizione azzurra ad Euro 2016, anzi Antonio Conte e i ragazzi sono andati assolutamente al di là di ogni più rosea aspettativa ammutolendo la Spagna ex-Campione d’Europa e hanno sfiorato il bis contro i Campioni del Mondo della Germania. Ma cosa manca ad Antonio Conte per vincere una competizione ad eliminazione diretta che si chiami Champions League, Europa League o Europeo? Di certo non gli manca l’intelligenza, perchè il commissario tecnico ha giocato con grande intelligenza sempre, dimostrando di saper come gestire il materiale tecnico e umano a disposizione. I buoni risultati e anche qualche trama di gioco importante però hanno completamente cancellato degli errori che sono stati comunque evidenti e non possono non essere messi in mostra.

Si parte dalle convocazioni dove il blocco Juventus in difesa ha portato risultati importanti, solo due gol subiti in cinque partite, ma che avrebbero dovuto premiare Daniele Rugani piuttosto dell’opaco Angelo Ogbonna che dopo alcune stagioni, difficili a Torino, ha vissuto una stagione altalenante in Inghilterra. In mezzo al campo la sorte ci ha tolto tre possibili costruttori di gioco come Claudio Marchisio, Marco Verratti e Riccardo Montolivo, ma perchè non portare qualcun’altro visto che in quel ruolo di alternative ce n’erano? Non ce ne voglia Stefano Sturaro, giocatore di grande temperamento e dal futuro radioso, ma non è un regista. Così come non lo sono Daniele De Rossi, comunque non al meglio, e Thiago Motta, arrivato alla fine della sua carriera. Jorginho, soprattutto, ma anche qualche possibile sorpresa come l’ottimo Magnanelli o il giovanissimo Cataldi potevano tornare utilissimi. Non parliamo poi di Giacomo Bonaventura che per rendimento è stato il miglior centrocampista della Serie A insieme a Paul Pogba e Miralem Pjanic. Davanti poi sono stati chiamati alcuni calciatori forse non pronti come Federico Bernardeschi e Ciro Immobile che quest’anno aveva giocato poco a causa di tanti problemi fisici. Perchè lasciare a casa Leonardo Pavoletti autore a Genoa di una grande stagione? Perchè non giocarsi la carta Sebastian Giovinco, esplosivo e in grande forma, oppure perchè non chiamare un Gianluca Lapadula autore di 27 reti in stagione?

Passando all’analisi prettamente tecnica delle partite c’è da dire senza dubbio che Conte è stato ottimo stratega, abile a vincere due gare difficilissimi contro Belgio e Spagna riuscendo a sfruttare le, purtroppo poche, qualità degli uomini a sua disposizione. La volontà però è stata quella di puntare tutto sulla difesa e giocare poi in contropiede alla ricerca dello spunto in velocità di Eder o il lancio di Leonardo Bonucci. Per carità questo modo di giocare ha dato anche i suoi frutti, ma è stato poi incrinato da una Germania troppo superiore in tutto e per tutto. Ciò che però dispiace si può leggere dal fatto che la qualificazioni alle semifinali erano davvero alla portata di quello che aveva costruito Antonio Conte. Chi ha seguito la Juventus sa bene che Conte quest’errore l’ha commesso diverse volte quando si è trovato a giocare partite ad eliminazione diretta. La paura di prendere gol spesso è stata più forte della volontà di fare gol e anche oggi è andata così con l’Italia ripiegata a riccio dentro la sua area di rigore e con ripartenze veramente poco proficue. E poi non si era detto di far giocare tutti? Che sarebbero stati tutti utili? Perchè allora Lorenzo Insigne, uno dei calciatori sembrati più in forma di tutto il gruppo, è entrato al minuto 108? Perchè Simone Zaza è entrato al minuto 120? La doppia partita tra Juventus e Bayern Monaco, con una spiacevole coincidenza ancora sull’asse Italia-Germania, ha insegnato bene che sarebbe stato importante attaccare l’avversario e che questi squadroni solo così si possono battere. Anche perchè non ci fosse stato San Gigi, tra il tiro di Piquè e l’occasione di Gomez merita questo appellativo, probabilmente non ci sarebbero stati nemmeno i tempi supplementari. Fatto sta che Conte proprio come fece contro il Benfica in una semifinale di Europa League di alcune stagioni fa ha deciso di mettere una punta fresca al minuto 108 allungando l’agonia di altri trentacinque minuti rispetto ai settantrè aspettati contro i lusitani per mettere dentro un altro attaccante in una partita che si poteva solo vincere.

Ora non si vuole condannare assolutamente l’operato di Antonio Conte che ha fatto senza dubbio bene ed è andato anche oltre alle più rosee aspettative. La volontà però è di far capire che il percorso di crescita di un ottimo allenatore può essere arrivato a una svolta e che forse se Italia-Germania si fosse giocata domani Lorenzo Insigne sarebbe entrato al minuto sessantacinque subito dopo il gol di Mesut Özil.