Le ultime che giungono su Jannik Sinner non sono notizie che piacciono agli appassionati, ma l’annuncio è chiaro
Il primo lunedì di luglio inizierà con il primo turno di Wimbledon. Uno dei tornei di tennis più affascinanti in assoluto entra nel vivo e i protagonisti delle prossime due settimane saranno messi alla prova su erba e in un contesto di attenzione mediatica assoluto. Fra questi all’appello risponderà anche Jannik Sinner, l’italiano attuale numero uno al mondo.
La sfida nella sfida che sembra destinata a dominare la scena per i prossimi anni è proprio quella fra l’altoatesino e l’amico collega, Carlos Alcaraz. Lo spagnolo di 21 anni ha talento da vendere e colpi di maestro, oltre a una tenuta fisica imponente. Un confronto davvero interessante, rispetto al quale esistono opinioni però divergenti.
In comparazione con la triade più nota nel mondo dello sport – Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic – secondo il parare di alcuni i due non si avvicinano e non riusciranno a farlo i loro risultati. È vero che i tre di cui sopra sono dotati di caratteristiche ineguagliabili, ma al contempo hanno compiuto imprese titaniche a forza di record, perciò qualsiasi grande risultato maturato da altri sembra comunque insufficienti ad avvicinarsi ai Big 3.
L’ex tennista e allenatore, Claudio Pistolesi, ai microfoni di ‘FanPage’ si è espresso in merito a un paragone fra l’attuale generazione di tennisti e quella precedente, a lui piuttosto familiare e frequentata. Il suo parere è piuttosto netto sui profili di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, dei quali riconosce le doti fuori dal comune ma non all’altezza del trio Federer, Nadal, Djokovic: “Non credo che uno dei due vincerà più di 20 Slam. Mai dire mai, ma è molto molto difficile”.
Ciò non vuol dire che non segneranno un’epoca, anzi già rappresentano il presente del tennis, secondo Pistolesi: “Ogni epoca ha i suoi campioni: Sinner e Alcaraz hanno dimostrato che c’è già un post Federer, Nadal e Djokovic, i mostri. Questi tre sono diversi tra loro, vincere è stata una questione di mentalità. Nadal ha sempre ascoltato il suo corpo e sta continuando a farlo. Federer, invece, è arrivato a 40 in virtù della sua tipologia di gioco”. Insomma, ciascuno di essi ha puntato e lavorato sul fattore più decisivo. Questo potrebbe essere il miglior spunto per i due campioni di oggi.
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