Da Tudor a Spalletti, la storia non cambia: sempre ai margini
C’è un caso nella Juve che ha un nome e un cognome ben precisi: Jonathan David. Arrivato a zero l’estate scorsa, finora il canadese ha profondamente deluso le attese. E ha giocato molto poco: 580′ in tutto nelle prime 13 partite della stagione: è soltanto il dodicesimo calciatore di movimento della rosa bianconera per minuti disputati.

Ha giocato meno di McKennie, meno soprattutto di Dusan Vlahovic al quale, stando ai piani iniziali di Comolli, avrebbe dovuto rubare la maglia da titolare. Col senno del poi, il gol siglato al Parma alla prima giornata, nel match del suo debutto ufficiale con la Juve in Serie A, è stato soltanto illusorio. Il serbo, infatti, si è ripreso praticamente subito quello che era suo, spedendo in panchina l’ex Lille.
David rimane ai margini: così può davvero dire addio già a gennaio
Da Tudor a Spalletti, la situazione di David non è cambiata: riserva col croato, riserva con il tecnico di Certaldo. Con quest’ultimo, è forse anche un po’ peggiorata come dimostrano i soli 3′ concessigli da Spalletti contro lo Sporting CP. Il numero 25 bianconero non è neanche subentrato al posto di Vlahovic, bensì in sostituzione di Yildiz e dopo – addirittura – l’ingresso in campo di Adzic.

Tramite alcuni media mainstream, l’entourage dell’attaccante ha fatto trapelare che a gennaio non accadrà nulla, che insomma resterà a Torino almeno fino al termine della stagione. Ma nel calcio, si sa, le cose possono cambiare dall’oggi al domani.
Se David dovesse continuare a rivestire un ruolo così marginale alla Juve, ecco che il suo addio già nella prossima finestra invernale potrebbe davvero concretizzarsi. In Premier vanta ancora degli estimatori, con il club bianconero sicuro nel caso di mettere a bilancio una plusvalenza.





