Juventus, Pessotto: “Il gol di Mijatovic era in fuorigioco. Il mio incidente? Non ricordo nulla”

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Cannavaro e Ferrara vicini a Pex ai Mondiali 2006 - Getty Images
Cannavaro e Ferrara vicini a Pessottoai Mondiali 2006 – Getty Images

JUVENTUS PESSOTTO / TORINO – Il direttore del settore giovanile bianconero, Gianluca Pessotto, in vista della partita contro il Real Madrid ha rilasciato un’intervista in esclusiva al sito spagnolo As.com. Ecco le sue parole: “Ricordi delle partite con il Real? Positivi, se penso ai quarti di Champions del 1995/96, dove quella poteva considerarsi la vera finale, poi fu più facile vincerla contro l’Ajax. All’andata al Bernabeu, dove perdemmo 1-0,  fu terribile. Lippi era furioso, perchè stavamo andando male in campionato e avevamo perso anche in amichevole, ma ci riscattammo al ritorno. Fu una Juve completamente diversa  e riuscimmo a vincere, io marcai Laudrup, che era stato un simbolo della Juve. Poi, due anni dopo, ci fu la sconfitta per 1-0 in finale, con la rete di Mijatovic in fuorigioco. Nessuno lo vide e quindi nessuno protestò, ma io e i miei compagni giocammo male e non possiamo appellarci a quel fuorigioco. Il presente? Lavoro con i giovani con grande passione, dove penso a farli crescere come uomini, non solo come calciatori. Il mio soprannome di “Professorino”? Mi chiamavano così per via degli occhiali e perchè portavo sempre con me un libro. A volte c’erano delle persone che mi facevano sentire estraneo al mondo del calcio e non ero contento di questo. Il mio ritiro dal calcio giocato? E’ stato difficile, non solo per perchè ero abituato a divertirmi, con l’adrenalina sempre a mille, ma anche perchè era in un momento delicato per il  club. Il Moggigate? Si è messo in discussione tutto il lavoro di una vita e i sacrifici che avevo fatto insieme ai miei compagni, ai quali dissi che avevamo vinto perchè eravamo i migliori. Il mio incidente? Non ricordo nulla, solo quello che è successo prima e quello che è venuto dopo. Mi sono svegliato sul letto dell’ospedale e potevo solo muovere il collo. Insieme ai medici ho fatto un gran lavoro di recupero, per non pensare al passato e guardare solo in avanti. Oggi sono contento di stare con i giovani e rivivere i momenti che ho provato da calciatore”.