Juventus-Udinese, attacco inutile e senza senso ai bambini della curva bianconera!

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Juventus (getty images)
Juventus (getty images)

JUVENTUS-UDINESE ATTACCO / TORINO – Eravamo già stufi prima, ma ora ci mancava solo Selvaggia Lucarelli che si schiera contro i bambini della curva bianconera. Siamo veramente stufi di assistere a un attacco mediatico stressante e insistente nei confronti della Juventus e di tutto quello che la circonda. Stavolta si è superato un limite, perchè è vero che i cori sono stati poco carini, ma siamo sicuramente di fronte a un storia che non merita neanche approfondimento per la leggerezza del gioco di parole. Siamo stufi di assistere a continui moralismi e non ce l’abbiamo solo con la Lucarelli, ma con tutta la carta stampata. Non dovete toccare la nostra Juventus e dovete lasciarla in pace davvero… Il bello del calcio è anche questo, lo sfottò, finchè rimanga in certi limiti. In tempi di violenza e grande disagio economico, sentire urlare un ‘Mxxxa’ dentro uno stadio, per giunta da dei bambini, ci sembra davvero il minore dei mali. Anche se siamo convinti che se quel gesto fosse arrivato da bimbi con un’altra maglia addosso, si sarebbe parlato per ore della bella idea di una curva piena di bambini (cosa mai accaduta nella storia) più che di uno stupido e inutile ‘mxxxa’.

Ecco l’articolo uscito sul blog di Selvaggia Lucarelli:

“La storia della Juve che si becca 5000 euro di multa per i “MXXXa” urlati da bambini dai dodici anni in giù al portiere dell’Udinese è davvero pietosa.
Non so se sono più schifata dai ragazzini, dai padri che li hanno tirati su, della Juventus che intende andare avanti con questa simpatica iniziativa o dai vari Malagò che minimizzano l’accaduto invitando a non perdere di vista il lato bello della faccenda. Non c’è proprio niente di bello e non è un fatto “increscioso”, come ha detto il club bianconero. E’ un fatto schifoso, che racconta un bel po’ di cose.
La prima è il come molti padri avvicinano al tifo i propri figli, in un’età in cui i padri sono un modello e gli eroi che i figli scimmiottano. Eroi troppo spesso ben poco eroici, ahimè. Padri che anzichè raccontare ai bambini il lato bello dello sport, la passione, le storie, il sacrificio e pure il tifo appassionato e sfegatato che fa tornare quei papà un po’ bambini e che alle volte è l’unico punto di contatto con i figli di quell’età, vomitano insulti. Insegnano che il tifo è merda urlato allo stadio e che la curva è il posto in cui i maschi fanno i maschi idioti ma non fanno le solite cretinate tipo la gara a chi piscia più lontano, fanno la gara a chi piscia di più in faccia all’avversario. Questa è la complicità che quei padri hanno con i propri figli.
La Juve e Malagò fanno male a sdrammatizzare. Se vogliono uno sport pulito, un calcio in cui non ci si aspetta fuori dallo stadio con le spranghe e non si invita il Vesuvio a eruttare o il negro a tornare nel suo paese, dovrebbero confidare nelle nuove generazioni, visto che le vecchie hanno già abbondantemente deluso. Altro che “ripeteremo l’esperienza”, “guardiamo il lato bello”. Questi piccoli buzzurri devono imparare che la violenza, anche quella verbale, con lo sport non c’entra niente. Che la parolaccia ti può scappare nel salotto di casa tua, ma che allo stadio si è persone civili. Bambini civili. Io domenica prossima questi piccoli buzzurri, li farei sì entrare allo stadio. Ma a fine partita. A raccogliere bottiglie, carta, mozziconi di sigarette e schifezze varie. I 5000 euro di multa sono acqua fresca. I merda urlati da bambini neanche adolescenti, sono acqua torbidissima”.