Roberto Mancini: ”Da piccolo in trasferta con la Juve, poi è diventata l’avversaria della mia vita”

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Roberto Mancini (getty images)
Roberto Mancini (getty images)

 

MANCINI JUVENTUS GALATASARAY – Roberto Mancini, tecnico che ha eliminato la Juventus in Champions League, ha parlato a La Gazzetta dello Sport anche del match fra la sua ex squadra, la Sampdoria, e la Juventus, club per cui ha fatto il tifo fin da piccolo. Ecco alcune delle sue parole: ”Il primo ricordo dei miei Samp-Juve è malinconico. Ci ho pensato a Capodanno: nel 2014 compio 50 anni, un’età che ai tempi delle mie Juve-Samp consideravo vecchiaia, o quasi. Ha presente le fate con la bacchetta magica e i desideri da esprimere? Ne potessi realizzare uno, sceglierei di tornare giovane per un giorno – oggi – e giocare la partita di Torino. È incredibile come la Juve sia diventata la grande avversaria della mia vita. Da bambino papà mi portava a Torino alla domenica, col pullman dello Juventus club Jesi. Partivamo alle sei del mattino con il cestino preparato dalla mamma. Sette ore di viaggio, ma non ci pesavano, eravamo tifosissimi. Certo che il destino sceglie strade strane… Potevo anche giocare in bianconero. Chiamò il Bologna il mattino dopo la chiusura del mio trasferimento alla Samp. Se le due telefonate fossero soltanto arrivate assieme, io avrei spinto per la Juve. Ne ero tifoso. Era la prima stagione di Platini, l’avrei iniziata in panchina: ma con Michel avrei trovato in fretta la maniera di integrarmi, e avreste visto molte belle giocate”. Il Mancio torna sul match contro la Juve del pantano di Istanbul: ”È stata fatta letteratura su trattori e furbate. Semplicemente quel giorno il campo era impraticabile, come dissi all’arbitro prima che iniziasse il secondo round della partita. Poi, è accaduta una cosa non rara nella storia del calcio: la squadra più debole – il mio Galatasaray è sicuramente più debole – ha sfruttato la sua chance di eliminare la squadra più forte”.

Marco Orrù