Lippi avvisa la Juventus: “Attenta al Napoli”. E su Buffon: “Deve smettere solo se lo vuole davvero”

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Marcello Lippi (Getty Images)

“La Juventus stia attenta, il Napoli non è più quello delle ultime stagioni nelle quali gli mancava qualcosa per vincere lo scudetto. Stavolta gli azzurri ce la possono fare”. Lo afferma Marcello Lippi su Radio 1 Rai. Il monito dell’ex allenatore bianconero, che con la Juventus ha vinto di tutto in passato, non va sottovalutato da parte degli uomini di Allegri: “Le gerarchie scudetto sono ormai ben definite, con Roma ed Inter che hanno perso troppo terreno. Il duello per la vittoria finale del campionato si è circoscritto a Juve e Napoli, poi mancano tanti punti alla fine e qualche sorpresa non è ancora da escludere, ma la classifica ad oggi parla chiaro”.

Lippi elenca le qualità della principale contendente della Juventus al tricolore: “Ormai è primo in classifica da quattro mesi se non di più, e mai come adesso la squadra di Maurizio Sarri crede nelle proprie possibilità. L’Europa League potrebbe comportare qualche problema senza qualche innesto sul mercato negli ultimi dieci giorni, ma l’andamento del Napoli in trasferta è eccezionale ed è autorevolissima la candidatura dei campani”.

Portiere Juventus Buffon
Gigi Buffon © Getty Images

Juventus, Lippi su Buffon: “Qualunque sarà la sua scelta, sarà quella giusta”

Parlando di cose più strettamente inerenti la Juventus, Lippi parla di Gigi Buffon: “Qualsiasi cosa deciderà di fare a fine stagione, risulterà giusta. Lui è un leader nato, uno che sa ottenere il massimo emotivamente da chi gli sta vicino. Il mio consiglio è quello di smettere quando davvero se la sentirà, anche perché penso che in fondo voglia superare Maldini in quanto al record di presenze in Serie A. Poi potrà fermarsi e godersi la famiglia, pensando intanto alla nuova attività da intraprendere dopo il ritiro”. Sulla Nazionale: “Il calcio esiste da un secolo, qui da noi poi è importantissimo anche nell’ambito del sociale. Abbiamo vinto 4 Mondiali, per due volte non ci siamo andati, ora occorre ripartire con delle persone competenti in Federazione, con gente che il calcio lo conosce e lo ha vissuto. Avevo trovato l’accordo per fare da supervisore tecnico, poi era spuntata fuori la regola per la quale un procuratore di calcio non poteva avere parenti in Federazione od in una squadra affiliata. È stato strano firmare un precontratto con la FIGC e scoprire poi che chi aveva approvato quella regola non se ne ricordasse”.