Marquinho col Verona vuole fermare la Juve

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Vangelis Moras contro Llorente nel match d'andata (getty images)
Vangelis Moras contro Llorente nel match d’andata (getty images)

SERIE A MARQUINHO VERONA-JUVENTUS / VERONA – E’ appena arrivato a Verona da Roma Marquinho, ecco le sue parole riportate dal sito ufficiale dell’Hellas: “L’Inter? Non ci penso, avevo la possibilità di uscire dall’Italia ma c’erano molti problemi legati al prestito e al riscatto. Alla fine ho deciso di venire a Verona, che è una bella piazza. Grande merito è di Sogliano, bravo a convincermi. I brasiliani del Verona? Conosco molto bene Romulo, ho parlato con lui per sapere com’è la società e la città e mi sono state dette solo cose positive. Il mio ruolo? Sono un giocatore poliedrico, mi piace tenere la palla, gioco dove mi mette l’allenatore e cerco sempre di dare il meglio. Ho giocato in molti ruoli ma non soffro il confronto con Hallfredsson. La mia posizione naturale è quella che occupa lui, ma darò il massimo in qualunque ruolo. La squadra? Il Verona è molto emotivo. Domenica a Reggio Emilia, quando ero in panchina, ho visto i compagni e lo staff tecnico decisamente partecipi e la cosa mi piace. La salvezza? Questa squadra ha le capacità per arrivare in alto, in Europa League magari. Sono qui da poco meno di una settimana ma ho visto che le persone nell’ambiente sono di qualità. La Juventus? Sta andando bene, ha un grande gioco e non molla mai. E’ una squadra compatta con giocatori di alto livello, un esempio da seguire. Il futuro? Non ci penso, per il momento voglio giocare e trovare il mio spazio, andare alla grande fino alla fine. Differenze tra Mandorlini e Garcia? Nell’allenamento che fanno fare, il tecnico del Verona si concentra di più sull’aspetto atletico. Entrambi rispettano il giocatore come persona, ed è questa la cosa importante, non sarà difficile legare ed avere un buon rapporto. I tifosi? Mi hanno fatto un’ottima impressione. Ho visto, sempre a Reggio Emilia, che hanno cantato dall’inizio alla fine e hanno sempre sostenuto la squadra. E’ una spinta in più e aiuta il morale dei giocatori”.