Evra: “Se organizzati possiamo eliminare il Bayern”

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Patrice Evra
Patrice Evra (getty images)

SERIE A CHAMPIONS JUVENTUS / MILANO – L’esterno sinistro della Juventus, Patrice Evra, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Francesco Cosatti di Sky Sport. Ecco in sintesi il suo pensiero sulla condizione della squadra e gli obiettivi da raggiungere, ritornando naturalmente sul discorso che lui e Buffon fecero al gruppo prima del filotto di vittorie: “Psicologicamente c’era qualcosa che non andava, abbiamo parlato tutti insieme e ci siamo detti le cose che bisognava fare, cioè sacrificarsi per i compagni, senza lamentarsi e cercare delle scuse. Ora stiamo andando tutti nella stessa direzione. Quando giochi per un club come la Juventus ogni anno l’obiettivo è quello di vincere il campionato, qualcuno poteva anche mettersi a ridere, ma io ci ho sempre creduto. Porto rispetto a  tutte le squadre, ma l’avversario più pericoloso siamo noi stessi. Non lo dico perchè sono arrogante, ma perchè ho fiducia nei miei compagni e se facciamo il massimo siamo in grado di raggiungere i nostri obiettivi. Si può battere il Bayern in Champions League? Certo, se giochiamo da Juve. L’anno scorso quando dopo aver eliminato il Dortmund dicevo che saremmo andati in finale, la gente si metteva a ridere. Ma sono ammirato dall’organizzazione che hanno le squadre italiane. La Juve è una squadra difficile da battere e credo che neanche il Bayern abbia fatto salti di gioia nel trovare noi agli ottavi. Alternanza con Alex Sandro? A me piace giocare tutte le partite, ma Alex Sandro sta facendo meglio rispetto all’inizio e io gli do pure qualche consiglio. Io la vivo bene, perchè sono ancora il presente della Juve e come ho detto a Ferguson mi riposerò a fine carriera. Beneficenza nel periodo natalizio? È una cosa più importante del calcio e di vincere la Champions, io dal 2012 sto facendo con l’Unicef e con il mio progetto ho tre orfanotrofi dove ci sono i bambini. Abbiamo iniziato con 20 bambini e e ora siamo arrivati a 500. sono stato tre giorni in Senegal a Dakar, in un quartiere molto povero. Ringrazio Dio per darmi l’opportunità di aiutare questi bambini che non hanno proprio niente.  Sono state le vacanze più belle della mia vita”.