Buffon: “Non dobbiamo sentire la pressione. Zaza importantissimo per noi”

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Portiere Buffon
Gianluigi Buffon © Getty Images

Venti anni dopo, ancora uno spareggio per Buffon. Intervistato ai microfoni di ‘RaiSport’, il capitano della Nazionale ha analizzato la doppia sfida con la Svezia: “Ne avrei fatto a meno. Lo spareggio è sempre un rischio. È inevitabile, per cui è molto simpatico il caso che abbia cominciato con uno spareggio e che possa finire allo stesso modo. Alla fine l’importante è che il risultato finale non mutasse e rimanesse quello di vent’anni fa“. Pensando al pareggio per 2-2 contro la Danimarca che eliminò gli azzurri alla fase a gironi dell’Europeo 2004, la Svezia non può che evocare brutti ricordi: “Il tempo passa. L’uscita con 5 punti da quell’Europeo fu bruciante, una grande delusione. È anche vero che se avessimo fatto meglio non ci sarebbe stato questo tipo di problematica. Se ti ritieni una squadra o un giocatore forte, sai che il destino passa dalle tue mani“. Dopo più di un anno di assenza, la Nazionale ha riaccolto Zaza. Secondo le news Juventus, Buffon ci scherza su: “Come l’ho ritrovato? Sempre pelato, uguale. Non deve rinascere, non è che stiamo parlando di un giocatore defunto e poi resuscitato. Ha sbagliato un solo rigore, come tanti in quella partita e tanti prima di lui in tutti questi anni di Nazionale. Trovare il capro espiatorio in Zaza o Pellè mi sembra assurdo. Ha avuto il coraggio di tirare un rigore e l’ha sbagliato. Peccato, quello sì. Poi la vita va avanti. Non è che in base a un rigore si può valutare la bravura o meno di un giocatore. Dopo un anno difficile, sta dimostrando il giocatore che è: importantissimo per noi“.

Juventus, Buffon è sereno in vista dello spareggio

Il portiere della Juventus ha parlato del clima che si respira a Coverciano: “Sempre buono, gioioso. C’è voglia di stare insieme, di condividere, con la consapevolezza di chi sa che andiamo incontro a due partite molto importanti per noi come gruppo, per tutto l’ambiente che ci circonda e per l’Italia intera. Per dare una gioia importante anche alla nostra gente, a chi ci sta vicino, a chi ci segue con passione. La pressione? Non dobbiamo sentire quella esterna, perché probabilmente sarebbe un qualcosa che non aiuterebbe. Te la dà il senso di responsabilità, la consapevolezza che ci stiamo giocando molto“. Dopo il deludente 1-1 contro la Macedonia, gli azzurri si sono riuniti per confrontarsi e ritrovare la carica giusta per qualificarsi a Russia 2018: “Vedo normale che dei professionisti al momento in cui non riescono a esprimersi e a cogliere determinati risultati, se hanno a cuore il lavoro che stanno facendo, le sorti della propria Nazione, debbano fare il massimo e debbano essere disponibili a qualsiasi tipo di confronto per poter superare ogni tipo di ostacolo. È una prassi molto usata, sia quando sono in Nazionale, sia alla Juve. L’unica differenza è molte volte non si viene a sapere“. La leggenda bianconera è tornata a omaggiare Pirlo, appena ritiratosi dal calcio giocato: “Gli ho mandato un messaggio personale, intimo. Gli ricordavo che se 25 anni fa quando ci siamo conosciuti, era l’estate ’93 per preparare un Europeo in un caldo infernale a Giulianova, ci avessero detto che avremmo fatto questa carriera, avremmo firmato immediatamente“.