La Juventus ha travolto il Sassuolo con un perentorio 7-0, in seguito al quale i bianconeri mandano l’ennesimo messaggio di avvertimento al Napoli. Ma non è mancata una nota stonata, caratterizzata dall’infortunio capitato a Blaise Matuidi. Il centrocampista francese è stato costretto a lasciare il campo a causa di un infortunio dopo appena 26 minuti di gioco. A tradire l’esperto ex centrocampista del Paris Saint-Germain sono stati i flessori della coscia sinistra. Per la Juventus si tratta dell’ennesimo inconveniente fisico di natura muscolare, dopo gli incidenti capitati a Dybala, Cuadrado e Douglas Costa oltre che a Bernardeschi, il quale però aveva recuperato in tempo per scendere in campo ieri.
Matuidi è stato sostituito da Claudio Marchisio, a sua volta al rientro dopo l’ennesimo infortunio sempre di tipo muscolare. Ed ora l’assenza forzata di Matuidi, che certamente non recupererà in tempo per la partita di andata degli ottavi di finale di Champions League che la Juventus giocherà contro il Tottenham, apre un buco a centrocampo. A mostrarsi pessimista è stato Massimiliano Allegri in persona, il quale aveva subito intuito la gravità della situazione ed al termine del primo tempo di ieri ha voluto cautelarsi chiamando in panchina Sami Khedira. 
Juventus, l’infortunio di Matuidi non ci voleva
Purtroppo né Marchisio né tanto meno Sturaro e Bentancur sono capaci di assicurare lo stesso lavoro garantito da Matuidi in entrambe le fasi. Il 30enne transalpino corre a tutto campo, pressa e sa rendersi pericoloso negli inserimenti. Gli altri suoi compagni di squadra in grado di prenderne il posto hanno caratteristiche in certi casi non proprio simili e sono comunque meno dotati dal punto di vista fisico. Per Matuidi ora sono previsti gli esami strumentali del caso, ma ‘Il Corriere di Torino’ in edicola oggi lancia l’allarme. Secondo una prima stima, il giocatore potrebbe restare fermo anche per un mese. Questo potrebbe persuadere Allegri a cambiare modulo, fermo restando che l’attacco resta falcidiato dagli infortuni.
