Coronavirus, il CorSera: «Basta un contagio e il campionato…»

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Il Coronavirus si pone un quesito legittimo: cosa succede se si verificasse un contagio tra i professionisti o ai loro parenti? La risposta è da brividi.

Il coronavirus in laboratorio

Il Corriere della Sera pone il quesito che nessuno finora ha avuto il coraggio di porre. Lo fa parlando di Coronavirus e trasportando ciò che succede tra la popolazione civile al mondo del calcio. Che on si trova sulla luna, ma sulla terra. E le cui squadre, parte di di essa, al centro delle zone rosse chiuse per il Covid-19. Il quotidiano oggi in edicola descrive uno scenario abbastanza strano, preoccupante, ma sicuramente veritiero e allarmante.

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Coronavirus in Serie A?

«Che succede se uno tra i, mal contati, 600 giocatori in rosa nelle venti squadre di A o uno tra i mille professionisti che a vario titolo lavorano a contatto con le squadre o uno dei circa 30 arbitri impegnati fin qui, o anche solo uno dei loro familiari, si scopre positivo al coronavirus? Nessuno vuole trasformarsi in Cassandra, eppure la risposta è semplice: succede che si ferma tutto». Così il Corriere della Sera a bomba sul torneo di Serie A. «E succede che il campionato rischia di non potersi concludere, altro che balletti di date o liti di condominio. Ecco perché nei giorni scorsi, tra i dirigenti, c’è chi cominciava a dare voce a una convinzione che, via via, sta prendendo forma. Questo campionato non arriverà in fondo, sarà sospeso magari per riprenderlo e portarlo a termine più avanti, quando sarà possibile, dopo gli Europei (sempre se ci saranno)».