Serie A, Vaia al Corriere dello Sport: «Sì agli allenamenti»

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La ripartenza del calcio è uno degli argomenti più dibattuti di questi giorni. Francesco Vaia è il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma uno dei massimi esperti di epidemiologia. Il Corriere dello Sport lo ha intervistato e tra i tanti temi trattati ovviamente c’è anche quello legato alla ripresa delle attività nel contesto dell’emergenza Coronavirus, ancora non certo superata. Allenamenti e partite, con i primi che potrebbero partire già nel prossimo mese di maggio.

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@Getty Images Allianz Stadium

«Se lei mi chiede se sono favorevole alla ripresa degli allenamenti io le rispondo sì, ma solo se la consideriamo all’interno di un percorso di svezzamento che riguarda l’intero Paese. – ha detto Vaia al direttore Ivan Zazzaroni Dobbiamo riaprire l’Italia, questo è certo, rispettando due parametri: il buonsenso e l’esperienza tecnico-scientifica, che devono camminare insieme».

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Eppure si prende ancora tempo per prendere qualsiasi tipo di decisione. Vaia però non ha intenzione di entrare nel dibattito che si sta creando tra sport e politica. «Non intendo in alcun modo entrarci. Non è mio compito. Gravina mi è sembrato una gran brava persona. Ho parlato anche col ministro Spadafora. Mi fermo al mio campo ribadendo due concetti: regole ferree e monitoraggio costante».

E come procedere se un giocatore venisse trovato positivo? Vaia ha già di fatto risposto a questa domanda partecipando nei giorni scorsi ad una call con gli esponenti del mondo del calcio. «Come consideriamo la popolazione sportiva? Alla stregua degli operatori sanitari? In questo caso, se trovo un operatore sanitario positivo, non sospendo tutti dal lavoro. Ma metto immediatamente sotto sorveglianza sanitaria il personale venuto a contatto con il positivo, test e tamponi».

«Sono favorevole alla ripartenza degli allenamenti con le prescrizioni che abbiamo elencato. In primo luogo sono necessari i test sierologici, nel caso in cui si evidenziano delle alterazioni dell’IGG si passa al tampone. La sequenza dei tre test, sierologico e tampone, ha dato risultati eccellenti, abbiamo individuato i positivi e quelli che avevano sviluppato gli anticorpi. È chiaro che chi nel club non è direttamente interessato all’attività agonistica dovrà limitarsi allo smart working» sottolinea infine Zaia.