Serie A, ufficiale: si andrà fino in fondo, cambia regola quarantena

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Serie A, il Comitato Tecnico Scientifico ha accettato le proposte della Federcalcio: in caso di positività di un calciatore, il resto della squadra sarà sottoposta a test e potrà scendere in campo con risultati negativi.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina
Il presidente della Figc Gabriele Gravina

Secondo quanto riportato da Repubblica.it, il Comitato tecnico scientifico del governo ha infine deciso di piegarsi alle richieste della Figc, anche per via del miglioramento dei dati del contagio in Italia. In caso di un positivo fra giocatori e staff, non sarà necessario che l’intera squadra vada in quarantena per due settimane. Adottando il modello già applicato dalla Bundesliga, per cui solo chi risulta contagiato deve fermarsi, il governo ha accettato la richiesta della Figc e ha messo così una seria ipoteca sulla possibilità che la Serie A, che ripartirà il 20 giugno, possa concludersi. “La mattina della prima partita successiva al rilevamento di un positivo nel gruppo squadra (calciatore o collaboratore che sia), a tutti gli altri sarà fatto un tampone dall’esito rapido, di modo da riscontrare eventuali altre contagi”.

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Serie A, è arrivata la svolta auspicata da Gravina

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La strada verso la conclusione della Serie A, pertanto, si è spianata. Il Cts ha rivisto il protocollo come più volte chiesto dal presidente federale Gravina. Tamponi per tutto il gruppo squadra al massimo ogni 48 ore e, in caso di calciatore positivo al Covid-19, i compagni autorizzati a giocare se negativi a due tamponi consecutivi. La formula è quasi magica per il calcio italiano. Facendola più semplice: con un giocatore contagiato e due tamponi negativi in 96 ore per tutti gli altri, una squadra avrà il via libera per scendere di nuovo in campo. Così, la quarantena dai 14 giorni previsti dal protocollo attuale passerebbe a soli 4 giorni. Ora non resta che scendere in campo.