Inchiesta plusvalenze, la Juventus non ci sta: presa di posizione ufficiale

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Non solo la partita di Champions League in queste ore in casa Juventus, dove sono davvero ore molto calde pure per la società.

Non si sta parlando infatti solamente della sfida di questa sera contro il Benfica, cruciale per capire se si potrà ancora sperare nel passaggio del turno oppure se arriverà già la matematica eliminazione dal torneo. Uno degli argomenti del giorno è quanto sta avvenendo extra campo, con la Procura di Torino che ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari su una inchiesta relativa a “plusvalenze fittizie”.

Una indagine che vede per il momento iscritti sedici indagati, tra cui il presidente dei bianconeri Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved. La replica della Juventus è arrivata con una nota ma anche con le dichiarazioni dell’avvocato Maurizio Bellacosa, legale del club e dell’avvocato Davide Sangiorgio, legale del Presidente Andrea Agnelli e di alcuni dirigenti.

Juventus, le precisazioni dei legali

“È utile ricordare – si legge — che il tema delle plusvalenze per operazioni di c.d. scambio è quello da cui è partita tutta l’indagine della Procura della Repubblica di Torino che si è conclusa ieri. Ebbene, si tratta di un tema che oggi non registra alcuna novità, e rispetto al quale due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della Società, che ha agito in piena coerenza con la prassi della football industry. Per quanto concerne gli accordi di riduzione e di integrazione degli stipendi, si tratta di iniziative di buon governo societario adottate nel contesto emergenziale della pandemia da Covid 19, che determinò la sospensione delle competizioni sportive calcistiche e la chiusura degli stadi. La Società, con comunicato del 28 marzo 2020, rese nota, in piena trasparenza al mercato e ai soci, una riduzione degli stipendi concordata con i calciatori, facendo presente che eventuali integrazioni dei compensi sarebbero state negoziate e corrisposte se e quando le competizioni sportive fossero riprese e gli stadi fossero stati riaperti. Questa situazione eccezionale di emergenza e di incertezza si è protratta, come è noto, dalla stagione sportiva 2019/20 fino a tutta la stagione 2020/21, visto che soltanto nella primavera del 2022 gli stadi sono stati pienamente riaperti al pubblico. La Società ha pertanto contabilizzato le modifiche agli stipendi e le integrazioni dei compensi in coerenza con la loro progressiva definizione e nel rispetto della disciplina contabile di riferimento”.

“Quanto alla generale contestazione di aver falsificato il bilancio e aver reso comunicazioni improprie al mercato, la Juventus e i suoi esponenti ritengono di aver operato nel rispetto delle leggi e dei principi tecnico-contabili in materia. – si legge ancora nella nota – Peraltro, nel corso degli anni di interesse, Juventus si è distinta per aver dato corso, in piena trasparenza e rispettando alla lettera le normative, a due diversi aumenti di capitale. Queste operazioni straordinarie hanno confermato la solidità della Società nel panorama del calcio italiano. In particolare, il secondo aumento di capitale, avviato autonomamente dalla Società nel giugno 2021, vale a dire alcuni mesi prima che si avesse notizia dell’indagine della Procura della Repubblica di Torino, aveva l’obiettivo di rafforzare il patrimonio della Società in seguito al forte impatto della pandemia. Gli importi di tali aumenti di capitale superano e assorbono largamente i numeri delle contestazioni di natura formale di questa indagine, che in ogni caso non avrebbero alcun effetto sull’indebitamento della società”.