Matias Soulé, ed un futuro che fa riflettere. Il talento argentino, di proprietà della Juventus, sta entusiasmando con la maglia del Frosinone.
Al “Benito Stirpe” di Frosinone i presenti hanno assistito ad un’altra grande prestazione di Matias Soulé. Contro il Milan di Stefano Pioli i gialloblù di mister Eusebio Di Francesco sono usciti sconfitti, ma Matias Soulé ha fatto il suo. E forse anche di più.
Un gol, il decimo in questo campionato ed un assist. Il talento argentino, classe 2003, di proprietà della Juventus, sta vivendo una stagione magica in Ciociaria. Reti, assist e prestazioni in cui il talento purissimo si unisce ad una personalità già marcata.
Vederlo giocare è un piacere e per lui, dall’inizio della stagione, si sono mossi, e si stanno muovendo ancora, osservatori di club stranieri, affascinati dal magico sinistro del folletto di Mar del Plata. E quando lo si vede giocare, monta spontanea una domanda.
Quale il futuro per il numero 18 canarino? Juve o altrove?
Matias Soulé, quale il suo futuro?
“Mi sembra che è il terzo o quarto capocannoniere della Serie A nel primo campionato che fa da titolare. Matias fa anche tanti assist, è un giocatore con un potenziale pazzesco“.
Parole e musica di Guido Angelozzi, direttore sportivo del Frosinone. Colui che avrà fatto venire il mal di testa ai dirigenti della Juventus per convincerli ad unire Soulé a Barrenechea e Jorge, che già si erano legati alla società del presidente Maurizio Stirpe.
Dopo una tale stagione quale potrà essere il futuro di Matias Soulé, una volta tornato alla Juventus? Il suo destino sembra segnato, dal momento che la la società bianconera lo ritiene ‘sacrificabile’ per incassare i denari indispensabili per la campagna acquisti.
In Premier League vi sono diversi club che vorrebbero acquisire le prestazioni del 2003 bianconero. Tra questi vi è anche il Southampton, il club che ha appena ceduto in prestito alla Juve Carlos Alcaraz.
Matias Soulé può diventare la contropartita tecnica per Carlos Alcaraz? E i tifosi bianconeri si interrogano se sia giusto cedere un talento di 20 anni “con un potenziale pazzesco”.