ESCLUSIVO/ Emilio Targia: “Vi racconto il miglior mondiale della nostra vita”

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Dino Zoff (getty images)
Dino Zoff (getty images)

Mondiali in Brasile alle porte, e tutti gli italiani a sperare in una grande avventura azzurra. I ricordi del 2006 sono ancora vivi, ma soprattutto quelli del 1982, quando un fantastico gruppo guidato da Bearzot vinse in terra spagnola battendo nella finale di Madrid la Germania. A raccontare in maniera dettagliata l’estate dell’82 e quel fantastico Mundial, e’ stato un bravissimo giornalista e scrittore, Emilio Targia, che in ESCLUSIVA ai microfoni di juvelive.it, ha raccontato il suo nuovo libro dal titolo emblematico “Il miglior mondiale della nostra vita”. Fantastico racconto colmo di emozioni e testimonianze di altissimo livello.

Da dove nasce l’idea e la voglia di scrivere questo libro?

“L’idea sta tutta nel titolo. Mi sono reso conto che, con il passare degli anni mi sto convincendo ancor si piu’ che quello dell’82 e’ stato il mondiale piu’ bello di sempre. Da qui il riferimento alla canzone di Renato Zero “il miglior mondiale della nostra vita”.
Quello fu un mondiale fantastico e per certi versi irripetibile perche’ ci fu un mix di magia e tecnica, un mix di senso del calcio e di gruppo, un’equazione quasi matematica che per giustizia sportiva porto’ all’unico risultato possibile, cioe’ alla vittoria dell’Italia.
Fu anche un mondiale ricco di eventi che secondo me era giusto riordinare dopo tanti anni e raccontarli in un libro, riprendendo parole di Bearzot e di altri protagonisti. Che quel mondiale faccia ancora effetto lo dimostra il fatto che qualche giorno fa e’ stata trasmessa Italia-Germania su La7 facendo circa 800mila spettatori…. che altro dire.”

A livello sociale era anche un’altra Italia…..

“E’ un’Italia che non esiste piu’. Nel libro abbiamo fatto un capitolo Mundial Tweet, dove abbiamo messo dieci pagine in forma di tweet con pero’ tantissime parole e dichiarazioni dei protagonisti, calciatori e giornalisti dell’epoca da Brera ad Arpino, da Soldati a Del Buono ect…
Era un modo di raccontare il calcio che non esiste piu’. Da una parte le grandi firme che popolavano la rassegna stampa, dall’altra parte il silenzio stampa, che era diventato quasi poetico, e poi c’era il gruppo dei calciatori azzurri che si trovava solo contro tutti, gruppo addirittura insultato, anche pesantemente, prima dei mondiali. Il tutto provoco’ un cortocircuito che Bearzot ha saputo girare al meglio. Nel libro si precisa pero’ che non e’ assolutamente vero che l’Italia vinse perche’ era accerchiata dalle critiche, ma perche’ come disse Sandro Ciotti “tecnicamente uno per uno sommariamente l’Italia era la piu’ forte di tutti” infatti anche al Brasile stava dietro di noi, ai brasiliani mancavano un portiere e un attaccante”

Se potesse fare un nome su tutti di quell’Italia?

“Il mio nome e’ “il Gruppo”, perche’ il calcio e’ uno sport di squadra, uno sport di gruppo. Nel calcio si vince con il gruppo. Nel ’34 e nel ’38 l’Italia ha vinto con il gruppo, Sacchi stava per vincere con il gruppo, anche se quello era un gruppo un po’ diverso. Bearzot ha vinto con il gruppo, Lippi ha vinto con il gruppo, quest’anno invece non vedo nulla che somigli ad un gruppo.”

Vede male dunque la spedizione azzurra in Brasile, proprio perche’ non c’e’ gruppo?

“Ma sai non riesco a capire certe cose. Non capisco ad esempio cosa ci fa in nazionale una persona individualista, sopravvalutata e poco disponibile al gioco della squadra come Mario Balotelli, lo vedo poco legato alla maglia. Attenzione non faccio nessun riferimento alle polemiche o altre discussioni, io sto facendo un riferimento tecnico e per questo dico, senza presunzione, che ne Lippi ne Bearzot lo avrebbero mai portato al mondiale. “

Crede dunque che Balotelli non serviva alla causa della Nazionale?

“Credo che Balotelli non era da portare, io al contrario avrei portato uno come Toni che ha anche segnato piu’ gol di Balotelli, ma non solo per questo, avrei portato Toni perche’ ha piu’ esperienza e mostra piu’ disponibilita’ per il famoso…..gruppo.”

Nell’Italia mondiale dell’82 c’era tanta Juventus, quanto ha inciso?

“Credo che il blocco juventino abbia inciso parecchio, pero’ c’e’ una cosa importante da ricordare e sono le parole di Bearzot quando al primo giorno di raduno alla squadra disse: “Ragazzi vi siete ammazzati e scornati fino a ieri in campionato, bene da oggi siamo un solo gruppo, una sola squadra, siamo gli azzurri, pertanto da ora tutti uniti per un’unica bandiera quella dell’Italia.” Da qui gente come Antognoni, Graziani e Conti si sono dedicati solo alla causa azzurra. Credo che qui stava la forza di Bearzot, che pero’ ha avuto anche la fortuna di avere in squadra gente come Zoff e Scirea che da sola faceva valere lo spirito del gruppo azzurro. Nella nazionale d’oggi e’ difficile che accada tutto cio’.”

Nazionale di Bearzot che aveva un grande gruppo, ma anche grandi giocatori….

“Si eccome. Sicuramene uno di questi era Bruno Conti, che tra l’altro firma la prefazione del mio libro, che e’ stato davvero formidabile, anche se secondo me il vero motore della nazionale era Marco Tardelli. Infatti quando e’ entrato in forma lui e’ iniziato il vero mondiale dell’Italia. Un centrocampista completo, bravo a coprire a costruire gioco e anche a fare gol , uno dei centrocampisti piu’ forti di sempre. Ecco se dovessi fare un nome farei quello di Tardelli…..dopo il gruppo pero’ (sorride, ndr.).”

Bearzot vero collante di questo gruppo?

“Si, Bearzot e’ stato importantissimo per la formazione e la coesione del gruppo. Si sarebbe fatto fucilare per difendere i suoi ragazzi, li avrebbe difesi ad oltranza e non li avrebbe mai abbandonati. Infatti nell’86 decide di affondare insieme al suo gruppo…nel mondiale del Messico.”

Parlando di Juve, Conte e’ rimasto alla Juve, ma senza rinnovare. Il tuo pensiero?

“Sono contento che Conte sia rimasto alla Juventus. Conte ormai vuole vincere in campo europeo, questo e’ chiaro. Secondo me non ha rinnovato perche’ insieme alla societa’ vuol capire cosa puo’ dare questa squadra. E’ naturale che lo spogliatoio e’ con lui, ma e’ anche vero che per crescere in Europa bisogna fare degli innesti importanti. Il prossimo anno Conte decidera’ il suo futuro, ma credo che molto dipenda dal mercato di quest’anno.”

Grazie per la piacevole chiacchierata, si sente di ringraziare qualcuno in particolare?

“Vorrei ringraziare chi ha collaborato per la riuscita del libro. In particolare chi ha scritto, cioe’ vale a dire: Giancarlo Antognoni, Maurizio Assalto, Ernesto Bassignano, Luca Beatrice, Sergio Brio, Valeria Ciardiello,Maurizio Crosetti, Tony Damascelli,Michele Di Branco, Gabriele Eschenazi, Antonio Foresi, Giampiero Galeazzi, Jimmy Ghione, Giancarlo Governi, Giampiero Gramaglia, Gabriele La Monica, Franco Melli, Lorenzo Monguzzi, Alvaro Moretti, Lello Naso, Simone Navarra, Giampaolo Ormezzano, Giancarlo Padovan, Maurizio Paniz, Pierluigi Pardo, Darwin Pastorin, Sandro Pellò, Michele Plastino, Giuseppe Pollicelli, Roberto Renga, Edmondo Rho, Stefano Rolando, Enrico Ruggeri, Gianluca Semprini, Oliviero Toscani, Bruno Tucci, Leo Turrini, Guido Vaciago, Renato Zaccarelli, Mauro Zampini e con un racconto di Giuseppe Manfridi (“La parata di Zoff”). Ringrazio in maniera particolare Bruno Conti per la prefazione e Gianfranco De Laurentiis per la postprefazione.”

Remigare Giovanni