Intervista a Gert Drijaj, per il suo libro “Aimo Diana – Il volo della rondine”

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Juvelive ha avuto il piacere di intervistare Gert Drijaj in occasione dell’uscita del suo libro “Aimo Diana – Il volo della rondine”.

Aimo Diana – Il volo della rondine (Santelli Editore)

Juvelive ha avuto l’onore e il piacere di intervistare telefonicamente Gert Drijaj. Gert è un appassionato sportivo ed esperto di calcio che ha deciso di raccontare la storia di Aimo Diana scrivendo un libro dal titolo ‘Aimo Diana – Il volo della rondine’. Per chi non lo sapesse, Aimo Diana è un calciatore che è riuscito a calcare palcoscenici importanti nel calcio italiano e non solo. Ad un passo dal sogno di vincere il Mondiale 2006 con la nazionale azzurra, lo salterà a causa di un infortunio. Come lo ha definito lo stesso autore del libro, Aimo Diana è la reincarnazione perfetta di tutto quello che era il calcio dell’inizio del terzo millennio.

Gert, cosa rappresenta per te il mondo del calcio?

G: “Il mondo del calcio per me rappresenta la mia infanzia: quel rituale della domenica in famiglia, con mio papà, entrambi tifosi dell’Inter ma ci piaceva il calcio, in generale. Per me il mondo del pallone è spensieratezza e leggerezza infantile nel porsi il quesito “Ma l’Inter vincerà o no questa domenica?”. Ricordo piacevole di un periodo nostalgico”.

Perché la scelta di scrivere un libro su Aimo Diana?

G: “Aimo Diana rappresenta il calcio degli uomini veri, mi spiego, il football non è solo il mondo dei fenomeni di cui è certamente più facile innamorarsi, Aimo Diana è l’essenza del rispetto per la maglia, del dare tutto per la propria squadra. Diana racchiude i valori per me essenziali del calcio: quelli più autentici, che trascendono il calcio diventando basi solide dello sport. È stato realmente il mio eroe da bambino, empatizzavo con lui. Al campetto con gli amici volevo essere Aimo Diana“.

“Il volo della rondine”. Cosa significa?

G: “Il titolo riprende il suo inizio carriera. Aimo è bresciano ed inizia la sua esperienza professionistica proprio al Brescia, appunto, le rondinelle. Volevo fare un libro che evocasse i suoi inizi, la sua appartenenza bresciana. Il volo inteso come metafora per lasciarsi alle spalle il nido di casa e misurarsi con realtà diverse. Lui ha alle spalle una carriera sportiva molto importante, ha sfiorato il mondiale del 2006 vinto poi dagli azzurri. Ha giocato in tutta Italia: da Genova, a Torino, fino a Palermo. 

Se dovessi raccontarci un aneddoto a te più caro legato ad Aimo Diana, quale sarebbe?

G: “Io come ogni bambino appassionato scelsi il mio idolo inizialmente per il nome, ma poi, come detto anche prima, il suo spirito di sacrificio e la voglia di lottare per la maglia mi fecero innamorare dello sportivo. Ai tempi avevo 6-7 anni. Lo seguivo attentamente e ho continuato a farlo per tutta la sua carriera. Ho scelto di scriverci un libro perché volevo conoscerlo ancora meglio, ed è stato bello scoprire anche il suo lato umano, non secondario a quello sportivo. Ora sono contento di poterlo far conoscere anche ad un pubblico più vasto possibile”.

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