Buffon a Sky: “Sono ancora un calciatore fino a giugno. Decideremo insieme al presidente”

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Portiere Juventus
Buffon © Getty Images

Dopo l’intervista di questa mattina a ‘La Repubblica’, ha ripreso la parola Gigi Buffon, che ai microfoni di Sky Sport ha detto: “Penso che alla fine ogni percorso, di ogni individuo, sia un’evoluzione continua, dovuta anche al patrimonio di esperienze che fai vivendo. Di conseguenza penso di essere arrivato ad una bella età, probabilmente gli anni migliori per essere ancora professionista calcisticamente parlando, e anche come uomo, perché hai una bella e sana consapevolezza. Si è alzato un po’ il grado di responsabilità, hai voglia di condividere con gli altri anche pensieri, o sentimenti non esclusivamente lavorativi. E questo fa sì che una persona trovi il proprio centro e ci stia veramente bene”.

Portiere Juventus
Gigi Buffon ©Getty Images

 Il capitano della Juventus ha quindi proseguito: “Penso che ogni professionista, calciatore, sportivo che ha fatto una determinata strada e ha vissuto determinate emozioni, con questo… chiamiamolo demone, questa vocina, spesso si trova a dover dialogare, spesso anche in maniera conflittuale. Però è anche vero che è una parte della tua vita, è un aspetto molto bello. Ti accende sempre la fiamma e fa sì che dentro di te ci sia sempre bisogno di una sfida nuova; e per chi di sfide ha vissuto è sicuramente qualcosa di cui non puoi fare a mano”.

Juventus, il futuro di Buffon

Gigi Buffon ha parlato anche di futuro, smentendo la possibilità di continuare in caso di vittoria della Champions con la Juventus: “No, perché poi si rischia di diventare pesanti e quello non mi va, e secondariamente perché arrivato ad una certa età secondo me uno fa fatica anche ad essere sereno nell’autovalutazione. Probabilmente c’è anche una sorta di paura nell’offendersi se ti giudicano male. Ma io mi sono circondato di persone, amici, familiari, una compagna, con i quali parlo spesso e volentieri e chiedo a loro dei consigli veri e reali, e anche del mio stato di salute da sportivo, perché secondo me un esterno alcune volte vede meglio di chi è protagonista. Detto questo credo che adesso sono ancora un calciatore, e fino a giugno, anche per un senso di responsabilità importante nei confronti dei miei compagni, della mia società e dei dirigenti, che hanno sempre avuto fiducia in me, è giusto che io pensi solo a quello. Poi come abbiamo detto tante volte ho un legame di amicizia con il presidente, tant’è che ci incontreremo e decideremo il tutto, insieme e serenamente, perché alla fine le forzature non mi sono mai piaciute. Sono sempre stato uno orgoglioso di base, e quindi sono sempre stato considerato un punto fermo, un punto forte della mia squadra. Fin quando sarà cosi, fin quando anche gli altri penseranno questo, ci si potrà venire incontro ed andare avanti, altrimenti è giusto fermarsi”.