Ecco le sanzioni contro coloro che trasmettono eventi sportivi illegalmente: la stretta dell’Agcom
Prosegue la lotta alla pirateria e allo streaming illegale, soprattutto quello legato alle manifestazioni e agli eventi sportivi.
Dal primo febbraio è attiva la piattaforma Piracy Shield, gestita dall’Agcom (autorità per le garanzie nelle comunicazioni), preziosa ai fini di individuare e segnalare i responsabili della diffusione di contenuti illegali. La pirateria non riguarda solo abbonamenti a Iptv e siti illegali che trasmettono illegalmente le partite agli operatori detentori dei diritti, vendendo spesso abbonamenti ad hoc a prezzi ribassati. Ma anche tante applicazioni che vengono scaricate regolarmente a costo zero da piattaforme come PlayStore, AppStore e Amazon e che creano un circolo vizioso difficile da arginare. Il commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha ribadito cosa rischieranno i responsabili del reato secondo le nuove norme della legge anti-pirateria.
Agcom contro lo streaming illegale: le parole del commissario Capitanio
Il commissario Agcom ha parlato sui suoi canali social. Capitanio ha annunciato che a breve arriveranno le multe da 150 a 5.000 euro per tutti coloro che hanno fruito di materiali pirata.
In particolare chi è stato individuato grazie a Piracy Shield, che dovrebbe averne già oscurato i contenuti in tempo reale durante la visione, nell’arco di trenta minuti. “Tappa necessaria, anche se impopolare; in troppi fanno business illegalmente, facendo credere agli utenti stessi che non ci saranno conseguenze”. Google e Amazon non stanno collaborando come ci si aspetterebbe“. È proprio dai loro store digitali di app che vengono scaricate buona parte delle soluzioni che consentono di vedere i contenuti illegali. In risposta, Google aveva spiegato che i provider di servizi di hosting (Google Play Store) non sono soggetti agli ordini di notifica dell’Agcom.
Anche in Spagna stanno seguendo l’input italiano. Infatti è appena passata un’ordinanza del Tribunale del Commercio di Barcellona che obbligherà gli operatori Internet iberici (tra cui Vodafone, Orange) a condividere dati e informazioni sugli utenti che si collegano a server che trasmettono contenuti illegali. A partire dagli indirizzi Ip che permetteranno di tracciare l’utente. Anche in questo caso c’è un braccio di ferro piuttosto evidente con big del calibro di Google e Amazon