La sconfitta della Juventus all’Olimpico contro la Roma in Coppa Italia ha fatto gridare all’arroganza, alla superbia di Antonio Conte. L’eliminazione dei bianconeri nei quarti di finale della Tim Cup per tutti i media e’ da attribuire alla sbagliata preparazione del match e al troppo turn over, atteggiamento che ha anche fatto pensare ad una mancanza di cattiveria e di concentrazione da parte di Pirlo e compagni. Qualche giorno dopo, la Juventus torna sul luogo del delitto per sfidare la rigenerata Lazio dalla cura Reja. Partita equilibrata e sentita. La Vecchia Signora subisce un calcio di rigore e un’espulsione dopo 25 minuti, va sotto di un gol, ma rimane in partita grazie ad un super Storari e recupera la gara per merito del fantastico Llorente che trova il pari di testa nella ripresa. Per tutti pero’ e’ crisi. Incredibile. Una squadra vince una dozzina di partite consecutivamente in campionato, e al primo pari in trasferta, ottenuto per di piu’ di rimonta in dieci uomini, viene definita squadra in calo, in crisi, pronta a mollare. Si e’ sentito di tutto sulla squadra di Conte e sullo stesso tecnico negli ultimi giorni, ma non si e’ mai parlato del fatto che questa squadra con grande umilta’ lavora per preparare ogni singola partita, con il massimo rispetto per gli avversari, con la consapevolezza di conoscere la propria forza e soprattutto i propri obiettivi, senza arroganza ne superbia alcuna. Certe squadre hanno nella propria natura un obbligo, Vincere. Non ci sono altri risultati, bisogna semplicemente vincere. In Italia, soprattutto con la Juve, l’equilibrio di giudizio da parte di tutti e’ un optional, ma si sa, i conti si fanno alla fine e come spesso capita, se a vincere sara’ la squadra del Presidente Agnelli, tutti saranno pronti ad elogiare i bianconeri, ma con tantissima moderazione, perche’ i record, i trionfi e le vittorie, a volte non sono uguali per tutti……..soprattutto se ti chiami Juventus.
Remigare Giovanni