Buffon parla della sua carriera: “Il calcio è cambiato, ma io ho ancora un ruolo da protagonista”

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Portiere Juventus
Gianluigi Buffon © Getty Images

Tutti zitti, parla capitan Buffon. Un mito, una leggenda, un portiere già entrato nella Storia del calcio italiano e internazionale. C’è anche lui nella lista dei candidati all’assegnazione del Pallone D’Oro di quest’anno. L’ennesima soddisfazione in una carriera straordinaria, vissuta quasi interamente da numero uno della Juventus. Gli americani di Copa90, canale di YouTube sul calcio hanno raccolto le parole del portierone azzurro, dichiarazioni sempre gradite agli appassionati di news Juventus. Una vita a difendere la porta, una vita in campo, una vita segnata da record e vittorie, quella di Gianluigi Buffon: “È inusuale trovare un giocatore che riesca a congiungere 40 anni di tempo. Ho iniziato a giocare con calciatori nati negli anni Sessanta e finirò con quelli del Duemila. È un lasso di tempo molto grande, è un qualcosa del quale vado orgoglioso perché nel frattempo il calcio è cambiato tanto ed è diventato più difficile. E nonostante questo sono riuscito a ritagliarmi un ruolo da protagonista e questo è molto bello”.

Buffon: “Ecco la mia lista dei migliori. Sogno di vincere ancora, con la Juventus e con la Nazionale”

Ne ha visti tanti SuperGigi, ha visto passare tanti campioni, con alcuni ha condiviso la stessa porzione di campo da alleato, altri li ha affrontati da avversario: “Sono amico dei difensori perché mi proteggono e “odio” gli attaccanti. Quelli più forti che ho incontrato sono Ronaldo, Messi, Cristiano Ronaldo e Zidane. Tra gli italiani come talento puro metterei sicuramente Pirlo, Totti, Del Piero e uno dei talenti straordinari come Roberto Baggio. Allora per fare la top 5 italiana metterei anche Maldini. Il difensore più bravo con cui ho giocato? Difficile scegliere quando hai avuto la fortuna di giocare con gente come Cannavaro, Thuram, Nesta, Materazzi, Barzagli, Chiellini, Bonucci, Ferrara, Montero… Impossibile sceglierne uno.”

Il capitano della Juventus rappresenta un idolo per il popolo bianconero, un simbolo di quella squadra che lotta #finoallafine: “Ho dato sempre il massimo delle mie energie, dei miei pensieri e delle mie forze per le squadre in cui ho giocato. Ho sempre dato al senso di appartenenza un valore fondamentale per poter battersi in campo. Ho fatto 17 anni alla Juve, dieci al Parma, 20 in Nazionale più altri 4 o 5 nel settore giovanile azzurro. Questo sta a significare che ho avuto solo tre squadre e quindi per me sono importanti i valori del senso di appartenenza.”

Il numero 1 della Nazionale italiana non è ancora sazio di vittorie, sa che si può arrivare sempre più in alto: “Quando rappresenti l’Italia e inizi una competizione non puoi non sognare di vincere. Non ho mai iniziato una competizione pensando di non vincerla, è umano che sia così. Avere vinto il Mondiale significa avere realizzato il sogno più grande che può avere un giocatore o un bambino che impazzisce per il calcio come ero io. È una gioia che vale il biglietto della vita, si può morire in pace”.

Dopo una carriera passata a non risparmiarsi mai, oggi il portiere più forte del mondo si ritrova a fare da guida alle giovani promesse del mondo del calcio: “Cosa penso di Rugani, Mandragora, Bentancur, Bernardeschi e di tutti gli altri giovani della Juve? Sono dei ragazzi con doti tecniche superiori alla media, sono dei ragazzi che hanno una grande professionalità e grande umiltà. Questo li aiuterà a fare una grande carriera.”

Uno sguardo anche alla situazione che lo riguarda più da vicino, il panorama internazionale dei portieri: “Penso che il portiere giovane più interessante è per forza Donnarumma. In generale, apprezzo tutti i portieri bravi. Neuer, Courtois, De Gea: mi piace vederli e sentire profonda ammirazione nei loro confronti. Ci metto anche Oblak, Handanovic, Lloris, Alisson, Szczesny, Hart“.

Una fonte inesauribile di sorprese, Gigi Buffon, che ha ancora molto da dire, dentro e fuori dal campo.

Alessandra Curcio