NON CHIAMATELA IMPRESA – Juve, i numeri schiaccianti di una prova di forza importante

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Juventus © Getty Images

La partita dello Stadium l’aveva già dimostrato, quella del Camp Nou l’ha confermato: la Juventus è una squadra matura e consapevole della propria compiutezza a livello internazionale. Era l’ultimo scoglio da superare per affermarsi tra le 4 migliori squadre d’Europa. Ma non chiamatela impresa: la Juventus ci sta abituando e ci abituerà a simili partite. Questa prova è la conferma di quanto buono fatto finora da dirigenza, squadra e allenatore. Il pareggio su uno dei campi più difficili d’Europa ed il passaggio del turno non devono essere considerati come un punto d’arrivo, ma come punto di partenza di una squadra ormai affermata a certi livelli.

Barcellona-Juventus, statistiche e chiave di lettura della partita

Allegri conferma l’undici iniziale della partita d’andata e schiera tutti i migliori in campo, senza stravolgere l’assetto e la mentalità di una squadra che sa che dovrà fare una partita diversa da quella dell’andata, ma sa altrettanto bene cosa dovrà fare e come dovrà farlo. L’idea dell’allenatore bianconero è dunque quella di rimanere solidi e compatti dietro, come la Juve ci ha abituati da tempo, senza però rinunciare a ripartire ogni volta che si ha la possibilità, con Cuadrado e Dybala, su tutti, scudieri di un Higuain pronto a sfruttare ogni minima occasione. Di contro, il Barcellona torna alla difesa a 4 con Jordi Alba riproposto nella sua posizione naturale (terzino sinistro) e Umtiti, Piquè e Sergi Roberto a completare la linea difensiva. Dalla metà campo in su la formazione del Barcellona è la solita e la migliore possibile, con il ritorno di Busquets al centro del campo ed i tre “marziani” davanti. Il credo di Luis Enrique in conferenza stampa era stato “attaccare, attaccare e attaccare”, che d’altronde era l’unica soluzione possibile per rimontare 3 goal. L’allenatore schiera dunque un Barça tutto votato all’attacco, che dovrà fare del pressing e dell’intensità i principi cardine per cercare in tutti i modi di fare il maggior numero di goal.

Il canovaccio del match è quindi quello che ci si poteva aspettare: il Barça fa la partita e aggredisce in tutti i modi la metà campo avversaria, ma va a sbattere su una Juve sempre disciplinata ed ordinata difensivamente, che non rinuncia mai a ripartire e far male in contropiede. Come ampiamente pronosticabile, sono i padroni di casa a gestire il pallone (61% di possesso palla), ma, nonostante la supremazia territoriale degli uomini di Luis Enrique ed il gap da recuperare, le occasioni arrivano da entrambe le parti, come dimostrano i tiri effettuati dalle due squadre: seppur maggiore il numero di tiri effettuati dal Barça (17, ma con un solo tiro nello specchio della porta difesa da Buffon), sono stati i bianconeri ad effettuare più tiri nello specchio avversario (4 tiri in porta, a fronte di 12 tiri totali). Questi dati stanno a dimostrare quanto solida sia stata la difesa della Juventus, con l’estremo difensore della Nazionale Italiana di fatto impegnato in un paio di parate (il tiro da fuori di Messi e l’insidioso cross di Neymar su cui non è arrivato Mascherano). Una Juve impeccabile, salvo qualche imprecisione in fase conclusiva e di ripartenza, assorbe così senza troppi problemi l’effetto “Camp Nou” e la carica dei 100000 tifosi che spingevano i blaugrana verso l’ennesima “remuntada”.

Barcellona-Juventus, i numeri che certificano la supremazia bianconera

Per confermare quanto di buono fatto dalla difesa della Juve ed in generale quanto solida sia stata la prova di squadra, basterebbe mostrare alcuni numeri piuttosto eloquenti. Il Barcellona, fino a ieri sera, aveva vinto le ultime 15 partite di Champions League al Camp Nou con la bellezza di 50 gol segnati e solo 7 subiti. Anche ieri non è arrivata la sconfitta, ma lo 0-0 per la Juve vale quanto una vittoria. Anche perché fino ad oggi solo il Malaga era uscito dallo stadio catalano senza reti al passivo. Dato ancora più interessante se sommato alla porta immacolata della gara di andata, segno di una solidità difensiva impressionante da parte degli uomini di Allegri. La Juventus non subisce gol in Champions da 531 minuti: la striscia più lunga al momento nella competizione. In totale sono 2 i gol subiti dalla squadra di Massimiliano Allegri nelle 10 gare disputate finora in Champions. Numeri eloquenti, che ci aiutino a capire la forza attuale di questa squadra. Ma il concetto è ormai chiaro: siamo di fronte a un gruppo di carattere e personalità, consapevole di essere entrato a far parte di quel club ristretto di squadre che, di anno in anno, dominano in ambito nazionale ed Europeo. Siamo di fronte ad una squadra che con progettualità, razionalità e convinzione si è creata un presente ed un futuro luminoso (Atletico, Real o Monaco permettendo). Ma non chiamatela impresa. Questo risultato è solo il frutto di tanto lavoro. In campo e non.

a cura di Enrico Pecci (Twitter: @EnricoPecci)