Il calcio non è solo campo: la Juventus e le alleanze di mercato

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Fabio Paratici e Giuseppe Marotta © Getty Images

Nessun complotto, nessun condizionamento. Contrariamente a quello che sostengono i diretti avversari della Juventus in campionato. Basterebbe soltanto riflettere per capire che dichiarazioni come quelle odierne di De Laurentiis hanno davvero poco senso, valide solo per chi associa il calcio ad una partita che dura 90 minuti. Il calcio è molto di più. La costruzione di una vittoria parte da lontano, prima della discesa in campo delle due squadre. Non è una questione di allenamento, di rosa, di fatturato. “Società” è la parola chiave. Ogni sfida di calcio è una sfida che coinvolge le strutture di due club. Sfida tra organizzazioni differenti, tra strategie differenti, tra comunicazioni differenti. Lo sa bene la Juventus, che da sempre ha puntato tutto sul successo a livello societario che si riflette nei risultati in campo. Più della quantità dei trofei conquistati ai bianconeri c’è da invidiare la gestione aziendale.

Juventus sul mercato: le alleanze che fruttano incassi e campioni

Il calciomercato Juventus è un tassello fondamentale nella costruzione della vittoria. Esattamente come in qualsiasi altra azienda si DEVONO curare i rapporti coi fornitori e con i possibili acquirenti. Nel campo del calcio questo si traduce nelle tanto polemizzate “alleanze di mercato”. Né più né meno di una strategia di marketing che applicano tutte le società definibili tali. Così ad ogni sessione di mercato si raccoglie il frutto di rapporti di lavoro consolidati negli anni, o anche di amicizie durevoli che restano tali anche sul piano professionale. Juventus e Sassuolo ne sono l’esempio più lampante: Beppe Marotta e Giovanni Carnevali si conoscono da una vita e hanno concluso importanti accordi: Boakye, Chibsah, Lirola, Marrone, Peluso, Zaza, Ziegler. Non solo. La società bianconera ha ottimo feeling in fatto di compravendita anche con il Cagliari, con il Perugia, con il Pescara. Per rimanere solo in ambito italiano e non annoverando le notevoli intese che la Juventus ha con i maggiori top club europei. E c’è chi punta il dito, come se fosse una colpa saper fare bene il proprio lavoro. Come i bambini discoli che accusano il primo della classe di essere un “quattrocchi secchione ruffiano” perché hanno collezionato l’ennesima, deludente, insufficienza.

Alessandra Curcio