Processo “Alto Piemonte”: “Ultrà Juventus controllati dalla ‘ndrangheta”

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Tifosi © Getty Images

È stata depositata oggi la sentenza del tribunale di Torino che ha chiuso in primo grado il processo “Alto Piemonte”. Tra i punti presi in esame c’è anche quelle che riguarda i rapporti tra la criminalità organizzata e gli ultrà della Juventus. A controllare il bagarinaggio e il business della vendita maggiorata dei biglietti per i match casalinghi dei bianconeri, ci sarebbe infatti la ‘ndrangheta che si è di fatto imposta nel tifo organizzato esercitando un vero e proprio controllo dei gruppi che supportano la Vecchia Signora. A nascondersi dietro gli ultrà della Juventus che esercitano inoltre una fortissima pressione sulla stessa società, ci sarebbero proprio i bossi calabresi.

Processo “Alto Piemonte”, la Juventus doveva controlla la gestione poco trasparente dei biglietti

L’inchiesta penale, come riportato da “La Gazzetta dello Sport” non è andata a toccare nessun tesserato della Juventus, ma ha comunque portato all’apertura di un procedimento in sede sportiva che ha a sua volta portata all’inibizione del presidente Andre Agnelli. La sentenza del giudice Marson, seppur consapevole dei ricatti della tifoseria organizzata che “esercita una rilevante forza intimidatoria nel confronti della società calcistica”, doveva sapere che la vendita e la gestione dei biglietti destinati agli ultrà era “poco trasparente”. In questo filone di inchiesta si è avuta la condanna a sette anni e nove mesi di Rocco Dominello, indicato insieme al padre Saverio come esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, definito il “raccordo fra il mondo della tifoseria organizzata e la `ndrangheta”.