Calciomercato Juventus, stop decreto crescita: guaio per i club di Serie A

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L’Agenzia delle Entrate ha messo lo stop al Decreto Crescita dando problemi ai club di Serie A in ottica calciomercato.

Calciomercato Juventus
Pogba, Calciomercato @Getty

Calciomercato Juventus, un brutto colpo da attutire per tutta la Serie A, big ma non solo in ottica mercato. Con una circolare diramata quest’oggi, l’Agenzia delle Entrate ha bloccato il famoso Decreto Crescita che finora ha consentito ai club uno sconto fiscale del 50% (inizialmente del 70%) sul lordo degli stipendi dei calciatori e, come ad esempio nel caso di Antonio Conte, anche degli allenatori che arrivano da altri campionati quindi provenienti dall’estero. Un blocco che avrà validità fino alla prossima emanazione del decreto attuativo del Governo, già atteso da più di un anno.

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Calciomercato Juventus, stop decreto crescita: guaio per i club di Serie A

Calciomercato Juventus @Getty

Ora, dunque, la verità è capire se questo stop avrà o meno il varo retroattivo, in questa eventualità le società sportive della Serie A avranno usufruito di tale agevolazioni sarebbero costrette a ‘rimborsare’ l’Agenzia delle Entrate. Questo blocco, sempre se il Governo non si sbrighi ad emanare il Decreto attuativo, rischia di far saltare operazioni di mercato già messe in cantiere e autentici colpi importanti. Ad esempio per la Vecchia Signora la questione relativa al centrocampista francese Paul Pogba e del suo possibile ritorno sotto la Mole: col Decreto il francese costerebbe l’anno, con riferimento allo stipendio lordo e considerato che guadagna circa 15 milioni, sui 22,5 milioni complessivi; senza DC, ben 8 milioni in più. 32 in più, 120 totali rispetto a 88, se ragionassimo su un contratto di quattro anni.

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Altro esempio si potrebbe fare con Paredes, il cui nome viene accostato all’Inter nell’ambito di uno scambio con Eriksen ormai fuori dal progetto nerazzurro di Antonio Conte. L’argentino ed ex Roma prende sui 5 netti: con un quadriennale, costerebbe, quindi, 30 milioni (7,5 l’anno) in tutto sfruttando il DC. Senza 40, quindi 10 milioni in più. Insomma la differenza tra con e senza è notevole, di misura superiore quando le cifre in ballo sono elevate. Vediamo se il Governo riuscirà a dare una risposta in tempi ristretti.