Sarri e il bel gioco, Juventus ancora troppo “allegriana”

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Maurizio Sarri @ getty images

Maurizio Sarri deve fare di più. La richiesta del popolo bianconero è all’unisono perché l’insidia Inter è dietro l’angolo. Antonio Conte, del resto, non è uno che si accontenta di arrivare secondo. Spreme i suoi uomini come non mai e li costringe a versare ogni goccia di sudore. Lo straordinario rendimento e l’imminente arrivo di Eriksen dal Totthenam potrebbero complicare i piani della Juve.

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Sarri e i confronti

Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport, Sarri ha fatto meglio dei suoi due predecessori al primo anno. «Conte partì con i 41 punti della stagione 2011-12 – si legge -. Allegri invece iniziò con 46 nel 2014-15, quando fece il double (campionato e Coppa Italia) e si spinse fino in finale di Champions League. Sarri con i suoi 48 punti ha il secondo miglior piazzamento dal 2011-12 a oggi. Meglio ha fatto solo Conte nel 2013-14, con 52 punti al giro di boa che gli permisero di fare il record di 102.

Maurizio Sarri prima di Roma-Juve
Maurizio Sarri prima di Roma-Juve

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Roma-Juve, campanello d’allarme?

Nonostante i numeri dicano (quasi) sempre la verità, c’è il risvolto della medaglia. La Juventus ha approfittato di una Roma  entrata in campo distratta e si è portata sul 2-0 dopo appena 10’. Certo, ha avuto altre occasioni per tritare il match, ma ha lasciato il pallino del gioco a Fonseca. Perché? Il cambio in panchina estivo fu dettato dal dare al collettivo un’impostazione totalmente europea, con un calcio offensivo. L’identità dei bianconeri è per adesso ancora ancorata a retaggi “allegriani”, fatti di gestione e ripartenze. L’unica partita veramente sarrista è stata quella col Cagliari. Troppo poco, perché se Pellegrini non avesse sparato alto al 94’, chissà di che parleremmo oggi.